PRINCIPIO CONTABILE INTERNAZIONALE N. 36
Riduzione di valore delle attività
OBIETTIVO
1
L'obiettivo del presente Principio è definire i principi che l'entità
applica
per
assicurarsi
che
le
proprie
attività
siano
iscritte a un valore non superiore a quello recuperabile. Un'attività è iscritta in bilancio a un valore superiore
a
quello recuperabile
se il suo valore contabile
eccede l'importo
che può essere ottenuto
dall'utilizzo o dalla vendita
dell'attività. Quando si è in una circostanza simile, si afferma che l'attività ha subito una riduzione
di valore e il
presente Principio richiede che l'entità rilevi una perdita per riduzione di valore. Il Principio inoltre
specifica quando
l'entità dovrebbe stornare una perdita per riduzione di valore e ne prescrive l'informativa.
AMBITO DI APPLICAZIONE
2
Il presente Principio deve essere applicato nella contabilizzazione delle riduzioni di valore di tutte le
attività, eccetto che per:
a)
rimanenze (cfr. IAS 2
Rimanenze
);
b)
attività derivanti da contratto e attività derivanti dai costi sostenuti per l'ottenimento o l'esecuzione del
contratto rilevate conformemente all'IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti;
c)
le attività fiscali differite (cfr. IAS 12
Imposte sul reddito
);
d)
attività derivanti da benefici per i dipendenti (vedere IAS 19
Benefici per i dipendenti
);
e)
attività finanziarie che rientrano nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9
Strumenti finanziari
;
f)
investimenti immobiliari
che
sono
valutati
al
fair
value
(valore
equo)
(cfr.
IAS
40
Investimenti
immobiliari
);
g)
le attività biologiche connesse all'attivi agricola che rientrano nell'ambito di applicazione dello IAS 41
Agricoltura
e sono valutate al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita;
h)
contratti rientranti nell'ambito di applicazione dell'IFRS 17
Contratti assicurativi
che sono attività ed eventuali attivi
per i flussi finanziari connessi all'acquisizione
dei contratti assicurativi
secondo la definizione
dell'IFRS
17; e
i)
attività non correnti
(o gruppi
in dismissione)
classificate
come possedute
per la vendita
in conformità
all'IFRS
5
Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate.
3
Il presente Principio non si applica alle rimanenze, alle attività derivanti da lavori su ordinazione, alle attivi fiscali
SISTEMA IAS-IFRS
[indice generale]
SISTEMA I.B.I
- INTERMEDIARI
- BILANCI
- IMPRESE & CONTROLLO
differite, alle attività relative a benefici per dipendenti o ad attività classificate come possedute per la vendita (o
incluse in un gruppo in dismissione classificato come posseduto per la vendita) poiché gli IFRS esistenti applicabili
a questi tipi di attività già contengono specifiche disposizioni per la rilevazione e per la
valutazione delle sopra
menzionate attività.
4
Il presente Principio si applica alle attività finanziarie classificate come:
a)
controllate, come definite nell'IFRS 10
Bilancio consolidato
;
b)
società collegate, come definite nello IAS 28
Partecipazioni in società collegate e joint venture
; e
c)
joint venture, come definite nello IFRS 11
Accordi a controllo congiunto
.
Per la riduzione di valore delle altre attività finanziarie si fa riferimento all'IFRS 9.
5
Il presente Principio non
è applicabile
alle
attività
finanziarie
rientranti
nell'ambito
di applicazione
dell'IFRS
9,
agli
investimenti immobiliari valutati al fair value (valore equo) secondo quanto previsto dallo IAS 40, o alle
attività
biologiche correlate alle attività agricole valutate al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita
secondo quanto
previsto dallo IAS 41. Tuttavia, il presente Principio si applica alle attività iscritte a un valore rivalutato (ossia il fair
value (valore equo) alla data della rivalutazione al netto del successivo ammortamento accumulato e delle successive
perdite per riduzione di valore accumulate) in conformità ad altri IFRS, come il modello della rideterminazione del
valore dello IAS 16
Immobili, impianti e macchinari
e dello IAS 38
Attività
immateriali
. La sola differenza tra fair value
(valore equo) dell'attività e fair value (valore equo) al netto dei costi di
dismissione è rappresentata dai costi
incrementali diretti attribuibili alla dismissione dell'attività.
a)
i) se i costi di dismissione sono irrilevanti, il valore recuperabile
dell'attività
rivalutata
è
necessariamente
simile, o
anche maggiore, al valore rivalutato. In questo caso, dopo che sono state applicate le disposizioni
relative alla
rivalutazione,
è improbabile
che l'attività
rivalutata
abbia
subito
una riduzione
di valore
e non
è necessario
stimare il valore recuperabile.
ii) [Eliminato]
b)
[Eliminato]
c)
se i costi di dismissione non sono irrilevanti, il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione
dell'attività rivalutata è inevitabilmente inferiore al fair value. Perciò, l'attività rivalutata avrà subito una
riduzione di valore se il valore d'uso è inferiore al valore rivalutato. In questo caso, dopo che sono state
applicate
le disposizioni relative alla rivalutazione, l'entità applica il presente Principio per determinare se
l'attività ha subito
una riduzione di valore.
DEFINIZIONI
6
I seguenti termini sono usati nel presente Principio con i significati indicati:
Il
valore contabile
è l'ammontare
al quale un'attività è rilevata nel prospetto della situazione
patrimoniale-finan
ziaria
dopo aver dedotto l'ammortamento e le connesse perdite per riduzione di valore accumulati.
Un'unità generatrice di flussi finanziari
è il più piccolo gruppo identificabile di attività che genera flussi finanziari in
entrata
che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di
attività.
I beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets)
sono tutte le attività, escluso l'avviamento, che
contribuiscono ai futuri flussi finanziari sia dell'unità generatrice di flussi finanziari in oggetto, sia delle altre
unità
generatrici di flussi finanziari.
I costi di dismissione
sono i costi incrementali direttamente attribuibili alla dismissione di un'attività o di un'unità
generatrice di flussi finanziari, esclusi gli oneri finanziari e gli oneri per imposte sul reddito.
Il valore ammortizzabile è il costo di un'attività, o altro valore sostitutivo del costo nel bilancio, meno il
suo
valore residuo.
L'Ammortamento
è la ripartizione sistematica
del valore ammortizzabile
di un'attività
lungo il corso della
sua
vita utile. (21)
Il
fair value
(valore equo) è il prezzo che si percepirebbe per la vendita dell'attività ovvero che si pagherebbe per il
trasferimento della passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione.
(Vedere
IFRS
13 Valutazione del fair value (valore equo)).
Una
perdita per riduzione di valore
è l'ammontare per il quale il valore contabile di un'attività o unità generatrice di
flussi
finanziari eccede il valore recuperabile.
(1)
Nota non applicabile
alla traduzione
italiana.
Il
valore recuperabile
di un'attività o di un'unità generatrice di flussi finanziari è il maggiore tra il suo fair value
(valore equo) al netto dei costi di dismissione e il suo valore d'uso.
La
vita utile
è alternativamente:
a)
il periodo di tempo nel quale ci si attende che un'attività sarà utilizzata dall'entità; o
b)
la quantità di prodotti o unità similari che l'entità si aspetta di ottenere dall'utilizzo dell'attività.
Il
valore d'uso
è il valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede abbiano origine da un'attività o da
un'unità generatrice di flussi finanziari.
IDENTIFICAZIONE DI UN'ATTIVITÀ CHE PAVER SUBITO UNA RIDUZIONE DI VALORE
7
I paragrafi da 8 a 17 specificano in quali circostanze deve essere determinato il valore recuperabile. Queste
disposizioni fanno uso del termine
"
un'attività
"
ma si applicano egualmente sia a una singola attività che a un'uni
generatrice di flussi finanziari. La parte restante del presente Principio è strutturata come segue:
a)
i paragrafi da 18 a 57 contengono le disposizioni per la determinazione del valore recuperabile. Queste
disposizioni fanno uso del termine
"
un'attività
"
, ma si applicano egualmente sia a una singola attività che a
un'unità generatrice di flussi finanziari;
b)
i paragrafi da 58 a 108 contengono le disposizioni per la rilevazione e la valutazione delle perdite per riduzione
di valore. La rilevazione e la valutazione delle perdite per riduzione di valore di singole attività diverse
dall'avviamento sono trattate nei paragrafi da 58 64. I paragrafi da 65 a 108 trattano la rilevazione e
la
valutazione delle perdite per riduzione di valore di unità generatrici di flussi finanziari e dell'avviamento;
c)
i paragrafi da 109 a 116 contengono le disposizioni per lo storno di perdite per riduzione di valore di un'attività
o di un'unità generatrice di flussi finanziari rilevate in periodi precedenti. Nuovamente, queste disposizioni fanno
uso del termine
"
un'attività
"
ma si applicano egualmente a una singola attività come a
un'unità generatrice di flussi
finanziari.
Disposizioni
aggiuntive
sono
previste
per
le
singole
attività
indicate
nei paragrafi da 117 a 121, per
un'unità generatrice di flussi finanziari nei paragrafi 122 e 123 e per
l'avviamento nei paragrafi 124 e 125;
d)
i paragrafi da 126 a 133 specificano le informazioni da fornirsi per le perdite per riduzione di valore e i relativi
annullamenti per le attività e le unità generatrici di flussi finanziari. I paragrafi da 134 a 137 specificano le
informazioni aggiuntive richieste per le unità generatrici di flussi finanziari a cui sono stati
allocati l'avviamento
o le attività immateriali con vita utile indefinita al fine di verificare la riduzione di valore.
8
Un'attività ha subito una riduzione di valore quando il suo valore contabile supera il suo valore recuperabile. I
paragrafi da 12 a 14 descrivono alcune situazioni indicative del fatto che p essersi verificata una perdita per
riduzione di valore. Se qualcuna di queste indicazioni è presente, l'entità effettua una stima formale del valore
recuperabile. Eccetto quanto indicato nel paragrafo
10, il presente Principio non richiede che l'entità formuli una
stima
formale del valore recuperabile se non vi sono indicazioni di perdita per riduzione di valore.
9
L'entità deve valutare a ogni data di chiusura dell'esercizio se esiste una indicazione
che un'attività
possa
aver
subito una riduzione di valore. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l'entità deve stimare il
valore
recuperabile dell'attività.
10
Indipendentemente dal fatto che vi siano eventuali indicazioni di riduzioni di valore, l'entità deve
inoltre:
a)
verificare annualmente a fini di riduzione del valore un'attività immateriale con una vita utile inde- finita
o un'attività immateriale che non è ancora disponibile all'uso, confrontando il suo valore contabile con
il suo valore recuperabile. Questa verifica per riduzione di valore può essere fatta in qualsiasi momento
durante un esercizio, a patto che avvenga nello stesso momento ogni
anno. Attività immateriali differenti
possono essere sottoposte ad una verifica a fini di riduzione del valore
in momenti diversi. Tuttavia, se tale
attività immateriale viene inizialmente rilevata
nell'esercizio
in
corso, tale attività immateriale deve essere
verificata a fini di riduzione del valore prima della fine
dell'esercizio corrente;
b)
verificare annualmente a fini di riduzione del valore l'avviamento acquisito in un'aggregazione
aziendale secondo quanto previsto dai paragrafi da 80 a 99.
11
La capacità di un'attività immateriale di generare benefici economici futuri sufficienti a recuperare il valore
contabile è solitamente soggetta a maggiore incertezza prima che l'attività sia disponibile all'uso piuttosto che dopo.
Perciò, il presente Principio richiede che l'entiverifichi almeno annualmente se il valore contabile di un'attività
immateriale che non è ancora disponibile per l'uso abbia subito una riduzione di valore.
12
Nel valutare se esiste un'indicazione che un'attività possa aver subito una riduzione di valore, l'entità
deve
considerare come minimo le seguenti indicazioni:
Fonti esterne di informazione
a)
vi sono indicazioni osservabili che il valore dell'attività è diminuito significativamente durante
l'esercizio, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l'uso normale
dell'attività in oggetto;
b)
variazioni significative con effetto negativo per l'entità si sono verificate durante l'esercizio o si
verificheranno
nel futuro prossimo nell'ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo
nel
quale l'entità opera o nel mercato al quale un'attività è rivolta;
c)
i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti sono aumentati nel corso
dell'esercizio, ed è probabile che tali incrementi condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato nel
calcolo del valore d'uso di un'attività e riducano in misura rilevante il valore recuperabile dell'attività;
d)
il valore contabile dell'attivo netto dell'entità è superiore alla sua capitalizzazione di mercato.
Fonti di informazione interne
e)
l'obsolescenza o il deterioramento fisico di un'attività risulta evidente;
f)
si sono verificati nel corso dell'esercizio significativi cambiamenti con effetto negativo sull'entità, oppure
si suppone che questi si verificheranno nel prossimo futuro, nella misura in cui o nel modo in cui
un'attività viene utilizzata o ci si attende sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono casi quali l'attività
che diventa inutilizzata, piani di dismissione o di ristrutturazione del settore operativo al
quale l'attività
appartiene, piani di dismissione dell'attività prima della data precedentemente prevista,
e il ristabilire la
vita utile di un'attività come definita piuttosto che indefinita (22);
g)
risulta evidente dall'informativa
interna
che
l'andamento
economico
di
un'attività
è,
o
sarà,
peggiore
di
quanto previsto.
Dividendo di una controllata, di una joint venture o di una società collegata
h)
nel caso di partecipazioni in controllate, in joint venture e in società collegate, l'investitore rileva un
dividendo ottenuto dall'investimento e sussistono prove che:
i)
il valore contabile dell'investimento nel bilancio separato supera i valori contabili nel bilancio
consolidato dell'attivo netto dell'entità partecipata, incluso il relativo avviamento; o
(2)
Una volta che un'attività soddisfa i criteri per essere classificata come posseduta per la vendita (o inclusa in un gruppo in
dismissione
classificato come posseduto per la vendita), è esclusa dall'ambito di applicazione del presente
Principio
ed
è contabilizzata secondo quanto
previsto dall'IFRS 5
Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate.
ii) il dividendo supera il totale conto economico complessivo della controllata, della joint venture o
della
società collegata nell'esercizio in cui lo si dichiara.
13
L'elenco del paragrafo
12 non è esaustivo.
L'entità
può
individuare
altre
indicazioni
secondo
le quali un'attività
può
avere subito una riduzione di valore e queste richiederebbero, inoltre, che l'entità determini il valore
recuperabile
dell'attività o, nel caso dell'avviamento, svolga una verifica per riduzione di valore secondo quanto
previsto dai
paragrafi da 80 a 99.
14
Indicazioni derivanti dall'informativa interna in grado di rivelare che un'attività può aver subito una riduzione di
valore
comprendono:
a)
flussi finanziari connessi all'acquisto
di un'attività,
o disponibilità
liquide che in seguito
si rendono
necessarie per
rendere operativa o conservare l'attività, significativamente superiori a quelli originariamente preventivati;
b)
flussi finanziari netti effettivi oppure utili o perdite operative conseguenti all'utilizzo dell'attività che si
rivelano
significativamente peggiori a quelli originariamente preventivati;
c)
un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o del reddito operativo preventivati, o un significativo
aumento della perdita preventivata relativa all'utilizzo dell'attività; o
d)
perdite operative o flussi finanziari netti in uscita connessi all'attività, quando gli importi del periodo in corso
vengono
aggregati a quelli preventivati per il futuro.
15
Come indicato nel paragrafo 10, il presente Principio richiede che un'attività immateriale con una vita utile
indefinita o non ancora disponibile all'uso e l'avviamento siano verificati a fini di riduzione del valore almeno
annualmente. Eccetto quando si applicano le disposizioni del paragrafo 10, il concetto di rilevanza si applica per
identificare se il valore recuperabile di un'attività debba essere stimato. Per esempio, se precedenti calcoli mostrano
che il valore recuperabile di un'attiviè significativamente maggiore rispetto al valore contabile, l'entinon ha
bisogno di stimare nuovamente il valore recuperabile dell'attività, se non si è verificato alcun
evento che abbia
eliminato tale differenza. In maniera analoga, analisi precedenti possono mostrare che il valore
recuperabile di un'attività
non è condizionato da una (o più d'una) delle indicazioni elencate nel paragrafo 12.
16
Come spiegazione del paragrafo 15, se i tassi di interesse presenti nel mercato o altri tassi di rendimento sugli
investimenti sono aumentati nel corso dell'esercizio, l'entità non è obbligata a effettuare una stima formale del
valore
recuperabile di un'attività nei seguenti casi:
a)
se non è probabile che l'aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di attualizzazione usato nel calcolo del
valore d'uso. Per esempio, aumenti nei tassi di interesse a breve termine possono non avere un effetto
rilevante
sui tassi di attualizzazione usati per un'attività che ha una lunga vita utile residua;
b)
se è probabile che l'aumento dei tassi di mercato incida sul tasso di attualizzazione usato nel calcolo del
valore
d'uso ma una precedente analisi di sensitività del valore recuperabile mostra che:
i)
è improbabile che ci sarà una diminuzione rilevante del valore recuperabile poiché è anche probabile
che i
flussi
finanziari futuri aumentino (per esempio in alcuni casi, l'entità può anche essere in grado di dimo- strare di
poter modificare i propri ricavi per compensare eventuali aumenti dei tassi di mercato); o
ii)
è improbabile che la diminuzione del valore recuperabile comporti una rilevante perdita per riduzione di
valore.
17
Se esiste una indicazione che un'attività può aver subito una riduzione di valore, questo può indicare che la vita
utile
residua, il criterio di ammortamento (svalutazione) o il valore residuo dell'attività necessitano di essere riconsiderati e
rettificati secondo le disposizioni contenute nel Principio applicabile a tale attività, anche se non è
rilevata alcuna
perdita per riduzione di valore della stessa.
DETERMINAZIONE DEL VALORE RECUPERABILE
18
Il presente
Principio
definisce
il valore recuperabile
come il maggiore
tra il fair value (valore equo) di un'attività
o
di
un'unità generatrice di flussi finanziari al netto dei costi di dismissione e il proprio valore d'uso. I paragrafi da 19 a
57 contengono le disposizioni per la determinazione del valore recuperabile. Queste disposizioni fanno uso
del
termine
"
un'attività
"
ma si applicano egualmente sia a una singola attività che a un'unità generatrice di flussi
finanziari.
19
Non è sempre necessario determinare sia il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione che il suo valore
d'uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l'attività non ha subito una riduzione di
valore e
non è necessario stimare l'altro importo.
20
Può essere possibile misurare il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione anche se non è presente un
prezzo quotato in un mercato attivo per un'attività identica. Tuttavia, talvolta non sarà possibile determinare
il fair
value (valore equo) al netto dei costi di dismissione in quanto non esiste alcun criterio per effettuare una
stima
attendibile del prezzo
a cui
avrebbe
luogo
una
regolare
operazione
di vendita
dell'attività
tra gli
operatori
di mercato
alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti. In questo caso, l'entità può utilizzare il
valore d'uso
dell'attività come valore recuperabile.
21
Se non vi è ragione di credere che il valore d'uso di un'attività superi in misura rilevante il suo fair value (valore
equo)
al netto dei costi di dismissione, il fair value (valore equo) dell'attività al netto dei costi di dismissione può essere utilizzato
come valore recuperabile. Questo
capiterà
spesso quando un'attività
è destinata
alla dismissione.
Ciò dipende dal fatto
che il valore d'uso di un'attività destinata alla dismissione è dato principalmente dagli
incassi netti derivanti dalla
dismissione, considerato che è probabile che i flussi finanziari futuri derivanti dall'uso
continuativo dell'attività sino
alla dismissione siano irrilevanti.
22
Il valore recuperabile viene calcolato con riferimento a una singola attività, salvo che essa non sia in grado di
generare flussi finanziari in entrata che sono ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività o
gruppi
di attività.
Se questo
è il caso, il valore
recuperabile
viene
riferito
all'unità
generatrice
di flussi finanziari
alla quale
l'attività appartiene (cfr. paragrafi da 65 a 103), salvo che:
a)
il fair value (valore equo) dell'attività al netto dei costi di dismissione sia superiore al valore contabile; o
b)
il valore d'uso dell'attivi può essere stimato prossimo al suo fair value (valore equo) al netto dei costi di
dismissione ed è possibile determinare il fair value al netto dei costi di dismissione.
23
In alcune circostanze, stime,
medie
e sistemi
semplificati
di calcolo
possono
fornire
ragionevoli
approssimazioni dei
calcoli dettagliati esposti nel presente Principio per determinare il fair value (valore equo) al netto dei costi di
dismissione o il valore d'uso.
Determinazione del
valore
recuperabile
di
un'attività
immateriale
con
vita
utile
indefinita
24
Il paragrafo 10 dispone che una attività immateriale con vita utile indefinita sia verificata annualmente a fini di
riduzione del valore confrontando il valore contabile con il valore recuperabile, a prescindere se esistano o meno
indicazioni che possa aver subito una riduzione di valore. Tuttavia, il calcolo dettagliato più recente del valore
recuperabile di tale attività fatto in un periodo precedente può essere utilizzato nella verifica per riduzione di valore
per quell'attività nell'esercizio corrente, a condizione che tutti i seguenti criteri siano soddisfatti:
a)
se l'attività immateriale non genera flussi finanziari in entrata derivanti dall'uso continuativo che sono
ampiamente indipendenti
da quelli
di altre attività
o gruppi di attività
ed è quindi
verificata
a fini di riduzione
del
valore come parte di un'unità generatrice di flussi finanziari cui appartiene, le attività e le passività che
compongono quell'unità non sono variate significativamente dal più recente calcolo del valore recuperabile;
b)
il più recente calcolo del valore recuperabile è risultato un valore che ha superato il valore contabile
dell'attività
di un sostanziale margine; e
c)
sulla base di un'analisi
di fatti intervenuti
e delle circostanze
modificatesi
dal momento
del più recente calcolo del
valore
recuperabile,
la probabilità
che una nuova
determinazione
del valore
recuperabile
sia inferiore
al
suo
valore contabile è remota.
Fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione
25-27 [Eliminato]
28
I costi di dismissione, diversi da quelli già rilevati come passività, vengono dedotti nel determinare il fair value
(valore equo) al netto dei costi di dismissione. Esempi di tali costi sono le spese legali, l'imposta di bollo e altre
simili
imposte connesse alla transazione,
i costi
di rimozione
dell'attività,
ed i costi incrementali
diretti
necessari per rendere
un'attività pronta
alla vendita.
Tuttavia,
i benefici
dovuti
ai dipendenti
per la cessazione
del rapporto
di lavoro (come
definiti nello IAS 19) e i costi associati alla riduzione o alla riorganizzazione dell'azienda successivi alla dismissione
di un'attività non sono costi incrementali diretti per la dismissione della stessa.
29
Talvolta, la dismissione di un'attività
richiede
che
il
compratore
debba
assumersi
contestualmente
all'attività anche
una passività ed è disponibile solo un fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione complessivo
per
l'attività e per la passività. Il paragrafo 78 spiega come comportarsi in tali circostanze.
Valore d'uso
30
I seguenti elementi devono essere riflessi nel calcolo del valore d'uso di un'attività:
a)
una stima dei flussi finanziari
futuri
che l'entità
si aspetta
di ottenere
dall'attività;
b)
aspettative in merito a possibili variazioni del valore o dei tempi di tali flussi finanziari futuri;
c)
il valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente di interesse privo di rischio di
mercato;
d)
il prezzo di assumersi l'incertezza implicita nell'attività; e
e)
altri fattori, quali la mancanza di liquidità, che gli operatori di mercato rifletterebbero nei prezzi dei
flussi finanziari futuri che l'entità si aspetta di ottenere dall'attività.
31
La stima del valore d'uso di un'attività comporta le seguenti operazioni:
a)
stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita
che deriveranno
dall'uso
continuativo
dell'attività
e dalla
sua
dismissione finale; e
b)
applicare il tasso di attualizzazione appropriato a quei flussi finanziari futuri.
32
Gli elementi identificati nel paragrafo 30, lettere b), d) ed e), possono essere riflessi come rettifiche dei flussi
finanziari futuri o come rettifiche al tasso di attualizzazione. Qualsiasi approccio adotti l'entità per riflettere le
aspettative sulle possibili variazioni del valore o dei tempi dei flussi finanziari
futuri, il risultato
deve riflettere il valore
attuale atteso dei futuri flussi finanziari, ossia la media ponderata di tutti i risultati possibili. L'appendice A
fornisce una
guida aggiuntiva sull'uso delle tecniche del valore attuale nella determinazione del valore d'uso
dell'attività.
Criteri di stima
dei flussi
finanziari
futuri
33
Nella valutazione del valore d'uso l'entità deve:
a)
basare le proiezioni dei flussi finanziari su presupposti ragionevoli e dimostrabili in grado di rap-
presentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione aziendale di una serie di condizioni
economiche che esisteranno lungo la vita utile residua dell'attività. Maggior peso deve essere dato alle
evidenze provenienti dall'esterno.
b)
basare le proiezioni dei flussi finanziari sul p recente budget/previsione approvato dalla direzione
aziendale, ma deve escludere eventuali flussi finanziari in entrata o in uscita futuri che si stima derivino
da future ristrutturazioni o miglioramenti o ottimizzazioni dell'andamento dell'attività. Le proiezioni
fondate su questi budget/previsioni devono coprire un periodo massimo di cinque anni, a
meno che un
arco temporale superiore possa essere giustificato.
c)
stimare le proiezioni dei flussi finanziari per un periodo più ampio rispetto a quello coperto dai p
recenti budget/previsioni tramite estrapolazione
delle
proiezioni
fondate
su
budget/previsioni
fa
cendo
uso per gli anni successivi di un tasso
di crescita
stabile
o in diminuzione,
a meno
che un tasso crescente
possa essere giustificato. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso medio di crescita a lungo
termine della produzione, dei settori industriali, del Paese o dei Paesi in cui l'enti
opera, o del mercato
nel quale l'attività utilizzata è inserita, salvo che un tasso superiore possa essere
giustificato.
34
La direzione aziendale valuta la ragionevolezza delle ipotesi su cui le presenti proiezioni di flussi finanziari si basano
esaminando le cause delle differenze tra le proiezioni dei flussi finanziari passati e i flussi finanziari presenti. La
direzione aziendale deve assicurare che le ipotesi su cui si basano le attuali proiezioni di flussi finanziari siano
coerenti con i risultati effettivi passati, a condizione che gli effetti degli eventi successivi o di circostanze che non
esistevano quando tali flussi finanziari attuali sono stati generati lo rendano appropriato.
35
Budget/previsioni dettagliati, espliciti e attendibili di flussi finanziari futuri per archi temporali superiori ai cinque
anni
non sono generalmente disponibili. Per questo motivo, le stime dei flussi finanziari futuri effettuate dalla direzione
aziendale sono fondate sui più recenti budget/previsioni per un periodo massimo di cinque anni. La direzione
aziendale può fare uso di proiezioni di flussi finanziari fondate su budget/previsioni per un periodo superiore ai
cinque anni se è fiduciosa che tali proiezioni siano attendibili e se può dimostrare
la propria
capacità, fondata sulle
passate esperienze, di prevedere accuratamente flussi finanziari per un periodo più lungo.
36
Le proiezioni dei flussi finanziari sino alla fine della vita utile di un'attività sono stimate tramite l'estrapolazione di
proiezioni di flussi finanziari basati su budget/previsioni utilizzando un tasso di crescita per gli anni successivi.
Questo
tasso è stabile o in diminuzione, a meno che una crescita del tasso sia coerente con informazioni oggettive di crescita
in merito a modelli di cicli di vita di un prodotto o di un settore aziendale. Se appropriato,
il tasso di crescita può
essere pari a zero o può anche essere negativo.
37
Quando le condizioni sono favorevoli, è probabile che altri concorrenti entrino nel mercato e che riducano i tassi di
crescita. Perciò, le entità avranno difficoltà nel lungo periodo (per esempio, venti anni) a superare il tasso medio di
crescita a lungo termine della produzione, dei settori industriali, del Paese o dei Paesi in cui l'entità è
operativa, o
del mercato nel quale l'attività è inserita.
38
Nel fare uso di informazioni contenute in budget/previsioni, l'entità valuta se l'informazione si basa su presup
posti
ragionevoli e dimostrabili ed esprime la migliore stima effettuata dalla direzione aziendale sull'insieme delle
condizioni
economiche che esisteranno per la vita utile residua dell'attività.
Composizione delle stime dei flussi finanziari
futuri
39
Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere:
a)
le proiezioni
dei
flussi
finanziari
in
entrata
derivanti
dall'uso
continuativo
dell'attività;
b)
le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che si verificano necessariamente per generare flussi
finanziari
in entrata dall'uso continuativo dell'attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere
l'attività
utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuiti o ripartiti all'attività in base a un
criterio
ragionevole e coerente; e
c)
i flussi finanziari
netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione
dell'attività
alla
fine della sua vita utile.
40
Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono presupposti coerenti in merito agli aumenti
dei prezzi imputabili all'inflazione generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l'effetto degli
aumenti dei
prezzi imputabili all'inflazione
generale,
i flussi
finanziari
futuri
sono stimati
al loro valore
nominale.
Se il tasso di
attualizzazione esclude l'effetto degli aumenti dei prezzi imputabili all'inflazione generale, i flussi finanziari futuri
sono stimati al loro valore reale (ma includono specifici aumenti o diminuzioni dei prezzi
futuri).
41
Le proiezioni di flussi finanziari in uscita includono quelli per la manutenzione ordinaria dell'attività e per le
spese
generali future che possono essere attribuibili direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e
coerente,
all'uso dell'attività.
42
Quando il valore contabile dell'attività non include ancora tutti i flussi finanziari in uscita che si manifesteranno
prima che questa sia pronta per essere usata o venduta, la stima dei flussi finanziari futuri in uscita include una stima
di qualsiasi ulteriore flusso finanziario in uscita che si suppone si verifichi prima che l'attività sia pronta per l'uso o
per la vendita. Per esempio, questo è il caso di un edificio in costruzione o di un progetto di sviluppo
che non è
ancora completato.
43
Al fine di evitare un doppio conteggio, le stime di flussi finanziari futuri non includono:
a)
flussi finanziari in entrata derivanti da attività che generano flussi finanziari in entrata che sono ampiamente
indipendenti dai flussi finanziari in entrata delle attività in oggetto (per esempio, attivi finanziarie quali
crediti); e
b)
flussi finanziari in uscita che sono correlati a obbligazioni rilevate tra le passività (per esempio, debiti,
pensioni
o accantonamenti).
44
I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo riferimento alle loro condizioni
correnti. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in
entrata
o in uscita che si suppone debbano derivare da:
a)
una ristrutturazione futura per la quale l'entinon si è ancora impegnata; o
b)
il miglioramento o l'ottimizzazione del rendimento dell'attività.
45
Poiché i flussi finanziari futuri dell'attività sono stimati in funzione della sua condizione attuale, il valore d'uso
non
riflette:
a)
i flussi finanziari futuri in uscita, o i connessi risparmi di costo (ad esempio, le riduzioni sui costi del personale)
o i benefici
che si suppone
deriveranno
da una futura ristrutturazione
per la quale l'entità
non
si è ancora
impegnata; o
b)
i flussi finanziari in uscita che miglioreranno o ottimizzeranno il rendimento dell'attività o i relativi flussi
finanziari in entrata che ci si attende deriveranno da tali flussi finanziari in uscita.
46
Una ristrutturazione è un programma pianificato e controllato dalla direzione aziendale che modifica in maniera
rilevante
l'oggetto dell'attività intrapresa dall'entità o il modo in cui l'attività è condotta. Lo IAS 37
Accantona-
menti, passività
e attività potenziali
fornisce una guida che aiuta a chiarire quando l'entità si è impegnata in una
ristrutturazione.
47
Quando l'entità si impegna in una ristrutturazione, è probabile che alcune attività siano interessate da questa
ristrutturazione. Una volta che l'entità si è impegnata nella ristrutturazione:
a)
le stime dei flussi finanziari futuri in entrata e in uscita al fine di determinare il valore d'uso riflettono i
risparmi
di costo e gli altri benefici derivanti dalla ristrutturazione (in funzione
del più recente budget/pre
visione approvato
dalla direzione aziendale); e
b)
le stime di flussi finanziari in uscita per la ristrutturazione sono incluse in un accantonamento per spese di
ristrutturazione secondo quanto previsto dallo IAS 37.
L'esempio illustrativo 5 illustra l'incidenza che può avere una futura ristrutturazione sul calcolo del valore d'uso.
48
Fino a che l'entità sostiene flussi finanziari in uscita che migliorano o ottimizzano il rendimento dell'attività, le stime
di flussi finanziari futuri non includono le stime dei futuri flussi finanziari in entrata che si prevede
derivino
dall'aumento dei benefici economici risultanti dai flussi finanziari in uscita (cfr. esempio illustrativo 6).
49
Le stime dei flussi finanziari futuri includono i futuri flussi finanziari in uscita necessari a mantenere il livello dei
benefici
economici che ci si attende derivino dall'attività nella sua condizione attuale. Quando un'unità generatrice di flussi
finanziari consiste di attivi con stimate vite utili differenti, le quali sono tutte essenziali per il
normale
funzionamento dell'unità, la sostituzione delle attività con vite più brevi è considerata essere parte della manutenzione
ordinaria dell'unità nello stimare i flussi finanziari futuri associati all'unità. Analogamente quando
un'attività singola
include componenti con stimate vite utili differenti, la sostituzione dei componenti con vite utili più brevi è
considerata essere parte della manutenzione ordinaria dell'attività quando si stimano i futuri
flussi finanziari
generati dall'attività.
50
Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere:
a)
i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento; o
b)
pagamenti o rimborsi di imposte sul reddito.
51
I flussi finanziari futuri stimati riflettono presupposti che sono coerenti con il criterio con cui il tasso di
attualizzazione è determinato. Altrimenti l'effetto connesso ad alcuni presupposti sarebbe calcolato due volte oppure
ignorato. Poiché il valore temporale del denaro è considerato nell'attualizzazione dei flussi finanziari futuri stimati,
questi flussi finanziari escludono i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attivi di finanziamento.
Analogamente, considerato che il tasso di attualizzazione è determinato al lordo delle imposte,
anche i flussi
finanziari futuri sono stimati al lordo degli effetti fiscali.
52
La stima dei flussi finanziari netti da ricevere
(o da pagare)
per la dismissione
di un'attività
alla fine della sua
vita utile deve essere pari all'ammontare
che l'entità si aspetta di ottenere
dalla dismissione
dell'at
tività in una
libera transazione tra parti consapevoli e disponibili, dopo aver dedotto i costi stimati di
dismissione.
53
La stima dei flussi finanziari netti che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione di un'attività alla fine della sua
vita utile è determinata in modo similare al fair value (valore equo) dell'attività al netto dei costi di
dismissione,
con la differenza che, nella stima dei flussi finanziari netti:
a)
l'entità usa i prezzi in vigore alla data della stima per attività similari che hanno completato il proprio ciclo di
vita
utile e che sono state utilizzate in condizioni similari a quelle in cui l'attività sarà usata.
b)
l'entità rettifica questi prezzi per effetto sia di aumenti futuri dei prezzi dovuti all'inflazione generale che di
specifici aumenti o diminuzioni futuri dei prezzi. Tuttavia, se le stime dei flussi finanziari futuri derivanti
dall'uso
continuativo dell'attività e il tasso di attualizzazione escludono l'effetto dell'inflazione generale, l'entità
esclude anche
questo effetto dalla stima dei flussi finanziari netti relativi alla dismissione.
53A
Il fair value (valore equo) differisce dal valore d'uso. Il fair value (valore equo) riflette le assunzioni che gli
operatori
di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell'attività. Al contrario, il valore d'uso riflette gli
effetti di fattori
che possono essere specifici dell'entità e non applicabili a una qualunque entità. Per esempio, il fair value (valore
equo) non riflette nessuno dei seguenti fattori nella misura in cui questi non sarebbero
generalmente disponibili
per gli operatori di mercato:
a)
valore aggiunto derivato dal raggruppamento di attività (quale la creazione di un portafoglio di investimenti
immobiliari in diverse localizzazioni);
b)
sinergie tra l'attività da valutare e altre attività;
c)
i diritti o le restrizioni legali riguardanti specificatamente solo l'attuale proprietario dell'attività; e
d)
i benefici o gli aggravi fiscali riguardanti specificatamente l'attuale proprietario dell'attività.
Flussi finanziari futuri in valuta estera
54
I flussi finanziari futuri sono stimati nella valuta nella quale essi saranno generati e, quindi, attualizzati facendo
uso
di un tasso appropriato a quella
stessa
valuta.
L'entità
converte
il valore
attuale
utilizzando
il tasso
di cambio
a pronti
alla data del calcolo del valore d'uso.
Tasso di attualizzazione
55
Il(i) tasso(i) di attualizzazione deve(ono) essere il(i) tasso(i) al lordo delle imposte che rifletta(ano) le
valutazioni correnti di mercato:
a)
il valore temporale del denaro; e
b)
dei rischi specifici dell'attività per i quali le stime dei flussi finanziari futuri non sono state rettificate.
56
Un tasso che riflette le valutazioni correnti del mercato del valore temporale del denaro e dei rischi specifici
dell'attività corrisponde al rendimento che gli investitori richiederebbero se si trovassero nella situazione di dover
scegliere un investimento che generasse flussi finanziari di importi, tempistica e rischio equivalenti
a quelli che
l'entità
si aspetta che derivino dall'attività in oggetto. Questo tasso è stimato attraverso il tasso implicito
utilizzato per
attività similari nelle contrattazioni correntemente presenti nel mercato o attraverso il costo medio
ponderato del
capitale dell'entità quotata che ha una singola attività (o un portafoglio di attività) similare
all'attività considerata in
termini di servizio e rischi. Tuttavia, il(i) tasso(i)
di
attualizzazione
utilizzato(i)
per
valutare il valore d'uso di
un'attività
non riflette(ono)
i rischi per i quali le stime
dei flussi finanziari
futuri
sono stati rettificate. Altrimenti
l'effetto connesso ad alcune ipotesi sarebbe calcolato due volte.
57
Se il tasso specifico
di un'attività
non è reperibile
direttamente
sul mercato,
l'entità usa altre tecniche
per stimarne
il
tasso di attualizzazione. L'appendice A fornisce una guida aggiuntiva sulla stima del tasso di attualizzazione in
tali
circostanze.
RILEVAZIONE E DETERMINAZIONE DI UNA PERDITA PER RIDUZIONE DI VALORE
58
I paragrafi da 59 a 64 contengono le disposizioni per la rilevazione e determinazione delle perdite per riduzione di
valore di una singola attività diversa dall'avviamento. La rilevazione e la determinazione di perdite per riduzione di
valore
per le unità generatrici
di flussi finanziari
e l'avviamento
sono trattate
nei paragrafi
da 65
a 108.
59
Se, e solo se, il valore recuperabile di un'attività è inferiore al valore contabile, quest'ultimo deve essere
ridotto al valore recuperabile. Tale riduzione costituisce una perdita per riduzione di valore.
60
Una perdita per riduzione di valore deve essere immediatamente rilevata nell'utile (perdita) d'esercizio, a meno
che l'attività non sia iscritta al valore rivalutato secondo quanto previsto da un altro Principio (per esempio,
secondo quanto previsto dal modello della rideterminazione del valore dello IAS 16). Qualsiasi perdita per
riduzione di valore di un'attività rivalutata deve essere trattata come una diminuzione della
rivalutazione
secondo quanto previsto da quel Principio.
61
Una perdita per riduzione di valore su un'attività
non rivalutata è rilevata nell'utile
(perdita) d'esercizio.
Tuttavia, una
perdita per riduzione di valore su un'attività rivalutata è rilevata nelle altre componenti di conto economico complessivo
a meno
che la perdita
per riduzione
di valore
non superi
l'ammontare
della riserva
di rivalutazione
per quella stessa
attività. Questa perdita per riduzione di valore su un'attività rivalutata riduce la riserva di
rivalutazione per tale
attività.
62
Quando la perdita per riduzione di valore è stimata per un importo superiore al valore contabile
dell'attività cui si riferisce, l'entità deve rilevare una passività se, e solo se, c è richiesto da un altro
Principio.
63
Dopo che la perdita per riduzione di valore è stata rilevata, la quota di ammortamento (svalutazione)
dell'attività deve essere rettificata negli esercizi futuri per poter ripartire il nuovo valore contabile
dell'attività, detratto il suo valore residuo (qualora esista), sistematicamente lungo la sua vita utile
residua.
64
Se è rilevata una perdita per riduzione di valore, qualsiasi connessa attività
o passività
fiscale differita
è deter
minata
secondo quanto previsto dallo IAS 12 attraverso la comparazione tra il valore contabile rettificato
dell'attività e il
suo valore ai fini fiscali (cfr. esempio illustrativo 3).
UNITÀ GENERATRICI
DI FLUSSI
FINANZIARI
E AVVIAMENTO
65
I paragrafi 66-108 e l'Appendice C contengono le disposizioni per identificare l'uni generatrice di flussi finanziari
cui un'attività appartiene, per determinare il valore contabile e rilevare le perdite per riduzione di
valore dell'unità
generatrice di flussi finanziari e dell'avviamento.
Identificazione dell'unità
generatrice
di flussi
finanziari
alla quale
un'attività
appartiene
66
Se esiste un'indicazione che un'attività può aver subito una riduzione di valore, deve essere stimato il
valore
recuperabile della singola attività. Se non è possibile stimare il valore recuperabile della singola attività, l'entità
deve determinare il valore
recuperabile
dell'unità
generatrice
di
flussi
finanziari
alla
quale l'attività
appartiene (unità generatrice di flussi finanziari dell'attività).
67
Il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato se:
a)
il valore d'uso
dell'attività
non
è stimato
essere
prossimo
al proprio
fair value
(valore
equo) al netto
dei costi
di
dismissione (ad esempio, quando non è possibile stimare che i flussi finanziari futuri derivanti dall'uso
continuativo dell'attività siano irrilevanti); e
b)
l'attività non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti
da quelli derivanti da altre attività.
In tali circostanze, il valore d'uso e, perciò, il valore recuperabile, possono essere determinati solo con riferimento
all'unità generatrice di flussi finanziari dell'attività.
68
Come definito nel paragrafo 6, l'unità generatrice di flussi finanziari di un'attiviè il più piccolo gruppo di
attività
che comprende
l'attività
e che genera
flussi finanziari
in entrata che sono ampiamente
indipendenti
dai flussi finanziari
in entrata derivanti
dalle altre attività
o gruppi
di attività. L'identificazione
di un'unità
generatrice
di flussi finanziari
di un'attività implica un giudizio soggettivo. Se il valore recuperabile di una singola attività
non può essere
determinato, l'entità identifica la più piccola aggregazione di attività che genera flussi finanziari in
entrata ampiamente
indipendenti.
Esempio
Un'entità che opera nel settore minerario possiede una ferrovia privata per agevolare la propria attività
estrattiva. La ferrovia privata può essere venduta solo al valore di rottame e non genera flussi finanziari in
entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività estrattive.
Non è possibile stimare il valore recuperabile
della ferrovia
privata perché il suo valore d'uso non può essere determinato ed
è probabilmente differente dal valore recuperabile. Perciò, l'entità stima il valore recuperabile dell'unità generatrice di
flussi
finanziari cui la ferrovia privata appartiene, ossia la miniera nel suo insieme.
69
I flussi finanziari in entrata sono flussi in entrata di disponibilità liquide e di mezzi equivalenti ricevuti da parti
esterne all'entità. Nell'identificare se i flussi finanziari in entrata derivanti da un'attività (o da un gruppo di attività)
siano ampiamente indipendenti da quelli derivanti da altre attività (o da gruppi di attività), l'entità considera diversi
fattori, fra i quali il modo in cui la direzione aziendale controlla l'operatività dell'entità (per esempio, per linee di
prodotto, settori aziendali, dislocazioni aziendali, aree distrettuali o regionali) o come la
direzione aziendale prende
decisioni in merito a mantenere operativi o dismettere i beni e le attività dell'entità.
L'esempio illustrativo 1 fornisce
esempi di identificazione di unità generatrici di flussi finanziari.
70
Se esiste un mercato attivo per il prodotto di un'attività o di un gruppo di attività, tale attività o gruppo di
attività deve essere identificato come un'unità generatrice di flussi finanziari, anche se alcuni o tutti i
prodotti sono usati internamente.
Se i flussi finanziari in entrata generati da una qualsiasi delle attività o
unità
generatrice di flussi finanziari sono influenzati da prezzi di trasferimento interno, l'entità deve
utilizzare la
miglior stima della direzione aziendale per il/i prezzo/i futuro/i che potrebbe(ro) essere
ottenuto(i) in libere
transazioni nello stimare:
a)
i futuri flussi finanziari in entrata utilizzati per determinare il valore d'uso dell'attivi o dell'uni
generatrice di flussi finanziari; e
b)
i futuri flussi finanziari in uscita utilizzati per determinare il valore d'uso di ogni altra attività o unità
generatrice di flussi finanziari che sono influenzati da prezzi di trasferimento interno.
71
Anche se parte o tutto il prodotto di un'attività o di un gruppo di attività è usato da altre unità appartenenti
all'entità
(per esempio, prodotti a uno stadio intermedio del processo di produzione), questa attività o gruppo di
attività formano
un'unità generatrice di flussi finanziari distinta se l'entità può vendere questo prodotto in un mercato attivo. Questo
perché l'attività o il gruppo di attività può generare flussi finanziari in entrata che sarebbero ampiamente
indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da altre attività o altri gruppi di
attività. Nell'utilizzare
le
informazioni
basate
su budget/previsioni
che
fanno
riferimento
a tale
unità
generatrice
di flussi finanziari, o a
un'eventuale altra attività o unità generatrice di flussi finanziari influenzata da prezzi di
trasferimento interno, l'entità
rettifica questa informazione se i prezzi di trasferimento interno non riflettono la
miglior stima della direzione
aziendale di prezzi futuri che potrebbero essere ottenuti in libere transazioni.
72
Le unità generatrici di flussi finanziari per la stessa attività o per le stesse tipologie di attività devono essere
identificate con criteri uniformi da esercizio a esercizio, a meno che il cambiamento possa essere
giustificato.
73
Se l'entità ritiene che un'attività appartiene a un'unità generatrice di flussi finanziari diversa rispetto a quella dei
precedenti esercizi, o che le tipologie
di
attività
aggregate
dell'unità
generatrice
di
flussi
finanziari
dell'attività sono
cambiate, il paragrafo 130 richiede che
debbano
essere
fornite
informazioni
integrative
sull'unità
generatrice di flussi
finanziari, se una perdita per riduzione di valore viene rilevata o stornata
per l'unità generatrice
di
flussi finanziari.
Valore recuperabile
e valore
contabile
di un'unità
generatrice
di flussi
finanziari
74
Il valore recuperabile di un'unità generatrice di flussi finanziari è il maggiore tra il fair value (valore equo) al netto
dei
costi di dismissione e il valore d'uso della stessa. Per la determinazione del valore recuperabile di un'uni
generatrice
di flussi finanziari, qualsiasi riferimento contenuto nei paragrafi
da 19 a 57 a
"
un'attività
"
deve essere
letto come
riferimento a "un'unità generatrice di flussi finanziari".
75
Il valore contabile di un'unità generatrice di flussi finanziari deve essere determinato in maniera coe
rente
con il criterio con cui è determinato il valore recuperabile dell'unità generatrice di flussi finanziari.
Esempio
Una società di autobus fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su
ciascuno di cinque distinti percorsi. Le attiviimpiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun
percorso possono essere identificati separatamente. Uno
di questi
percorsi
opera
con
una
significa
tiva perdita.
Poiché l'entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi
finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre
attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L'unità generatrice di
flussi
finanziari per ciascun percorso è la società di autobus nel suo insieme.
76
Il valore contabile di un'uni generatrice di flussi finanziari:
a)
include il valore contabile delle sole attività che possono essere attribuite direttamente, o ripartite secondo un
criterio
ragionevole e coerente, all'unità generatrice di flussi finanziari e che genereranno flussi finanziari futuri in
entrata utilizzati nel determinare il valore d'uso dell'uni generatrice di flussi finanziari; e
b)
non include il valore contabile di nessuna passività rilevata, a meno che il valore recuperabile dell'unità
generatrice di flussi finanziari non possa essere determinato senza tenere conto di questa passività.
Ciò è dovuto al fatto che il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione e il valore d'uso di un'unità
generatrice di flussi finanziari sono determinati escludendo i flussi finanziari relativi ad attiviche non sono parte
dell'unità generatrice di flussi finanziari ed a passivi che sono state rilevate (cfr. paragrafi 28 e 43).
77
Quando le attivi sono raggruppate per valutarne la loro recuperabilità, è importante includere nell'unità
generatrice di flussi finanziari tutte le attività che generano o sono usate per generare flussi finanziari in entrata.
Altrimenti, l'unità generatrice di flussi finanziari può sembrare totalmente recuperabile quando in realtà si è
verificata una perdita per riduzione di valore. In alcune circostanze, sebbene qualche attività contribuisca alla
formazione dei flussi finanziari futuri stimati di un'unità generatrice di flussi finanziari, queste non possono essere
imputate all'unità generatrice di flussi finanziari in base a un criterio ragionevole e coerente. Questo
potrebbe essere
il caso dell'avviamento
o dei beni destinati ad attività ausiliarie e comuni quali, per esempio, le
attività della sede. I
paragrafi da 80 a 103 spiegano come trattare queste attività nella verifica a fini di riduzione
del valore di un'unità
generatrice di flussi finanziari.
78
Può essere necessario tener conto di alcune passività già rilevate al fine di misurare il valore recuperabile di un'unità
generatrice di flussi finanziari. Ciò si p verificare se la dismissione di un'unità generatrice di flussi
finanziari
richiede che il compratore
si accolli
una passività.
In tale circostanza,
il fair value
(valore
equo) al netto dei costi di
dismissione (o il flusso finanziario stimato derivante dalla dismissione finale) dell'unità generatrice
di flussi finanziari
equivale al prezzo di vendita delle attività dell'unità generatrice
di flussi finanziari
e della passività
nel loro insieme,
detratti i costi di dismissione. Per effettuare una comparazione che abbia senso tra valore
contabile dell'unità
generatrice di flussi e valore recuperabile, il valore contabile della passività è detratto sia nella
determinazione del
valore d'uso sia del valore contabile dell'uni generatrice di flussi finanziari.
79
Esempio
Una società gestisce una miniera in un paese in cui la normativa richiede che il proprietario debba
ripristinare il luogo una volta conclusa la propria attività estrattiva. Il costo di tale operazione comprende
la
sostituzione del materiale in eccesso che deve essere rimosso prima che l'attività estrattiva ricominci. Un
accantonamento per i costi di sostituzione del materiale in eccesso è stato rilevato non appena lo stesso è
stato rimosso. L'ammontare previsto è stato rilevato come parte del costo della miniera e ammortizzato
lungo il corso della vita utile della miniera. Il valore contabile dell'accantonamento per i costi di ripristino è
pari a CU 500 (a) che è uguale al valore attuale dei costi di ripristino.
L'entità sta verificando se la miniera ha subito una riduzione di valore. L'unità generatrice di flussi finanziari della
miniera è la miniera nel suo insieme. L'entità ha ricevuto diverse offerte di acquisto della miniera a un
prezzo di
circa CU 800. Questo prezzo riflette il fatto che l'acquirente si accollerà l'obbligo di rimuovere il materiale in
eccesso. I costi di dismissione della miniera sono irrilevanti. Il valore d'uso della miniera è valutato
approssimativamente in CU 1200, esclusi i costi di ripristino. Il valore contabile della miniera è di
CU 1000.
Il fair value (valore equo)
dell'unità
generatrice
di flussi
finanziari
al netto
dei costi
di dismissione
è pari
a
CU
800. Tale importo è comprensivo dei costi di ripristino già accantonati. Come conseguenza, il valore d'uso
dell'unità generatrice di flussi finanziari è calcolato dopo la valutazione dei costi di ripristino ed è stimato
pari a CU 700 (CU 1200 meno CU 500). Il valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari
è CU 500,
che è il risultato del valore contabile della miniera (CU 1000) meno il valore contabile
dell'accantonamento per
i
costi
di
ripristino
(CU
500).
Quindi
il
valore
recuperabile
dell'uni
generatrice
di flussi finanziari supera il suo valore contabile.
(
a
) Nel presente Principio, gli importi monetari sono denominati in
"
currency units
"
(unità di moneta) (CU).
80
Per motivi pratici, il valore recuperabile di un'unità generatrice di flussi finanziari è talvolta determinato dopo aver
tenuto conto anche di attività che non fanno parte dell'unigeneratrice di flussi finanziari (per esempio, crediti o
altre attività finanziarie) o passività che sono state rilevate (per esempio, debiti, pensioni e altri
accantonamenti). In
tali
circostanze,
il valore
contabile
dell'uni
generatrice
di
flussi
finanziari
è incrementato
dal valore contabile di
tali attività e diminuito dal valore contabile di tali passività.
Avviamento
A l l o c a z i o n e d e l l ' a v v i a m e n t o
a l l e
u n i t à
g e n e r a t r i c i
d i
f l u s s i
f i n a n z i a r i
81
Al fine della verifica per riduzione di valore, l'avviamento acquisito in un'aggregazione aziendale deve,
dalla
data di acquisizione, essere allocato ad ogni unità generatrice di flussi finanziari dell'acquirente, o a gruppi di
unità generatrici di flussi finanziari, che si prevede beneficino delle sinergie dell'aggregazione,
a prescindere
dal fatto che altre attivio passività dell'entiacquisita siano assegnate a tali unità o
gruppi di unità.
Ogni unità o gruppo di unità a cui l'avviamento è coallocato deve:
a)
rappresentare il livello minimo all'interno dell'entità in cui l'avviamento è monitorato per finalità
gestionali interne; e
b)
non essere più grande di un settore operativo, così come definito dal paragrafo 5 dell'IFRS 8
Settori operativi
,
prima dell'aggregazione.
82
L'avviamento rilevato in una aggregazione aziendale è un'attività che rappresenta i benefici economici futuri
derivanti da altre attività acquisite in una aggregazione aziendale che non sono identificate individualmente e
rilevate separatamente. L'avviamento non genera flussi finanziari indipendentemente da altre attività o gruppi di
attività
e spesso contribuisce ai flussi finanziari di una molteplicità di unità generatrici di flussi finanziari. L'avviamento a
volte può essere allocato soltanto a gruppi di unità generatrici di flussi finanziari secondo un criterio non arbitrario
ma non a singole unità generatrici di flussi finanziari. Ne deriva che il più basso livello all'interno dell'entità al quale
l'avviamento è monitorato ai fini del controllo di gestione interno comprende a volte un numero di unità generatrici
di flussi finanziari cui l'avviamento fa riferimento, ma alle quali non può
essere allocato. I riferimenti
nei paragrafi 83-
99 e nell'Appendice
C a un'unità generatrice
di flussi finanziari alla quale l'avviamento è allocato dovrebbero
essere letti
come riferimenti
anche a un gruppo di unità generatrici
di
flussi finanziari a cui l'avviamento è allocato.
83
L'applicazione delle disposizioni del paragrafo 80 risulta nella verifica dell'avviamento a fini di riduzione del valore
a un livello che riflette il modo in cui l'entità gestisce le proprie attività operative e con cui l'avviamento sarebbe
naturalmente associato. Quindi, non è solitamente richiesto sviluppare ulteriori sistemi informativi.
84
Un'unità generatrice di flussi finanziari
cui viene allocato l'avviamento
al fine di verificare
una riduzione di valore
può
non coincidere con il livello al quale l'avviamento viene allocato secondo quanto previsto dallo IAS 21
Effetti
delle
variazioni dei cambi delle valute estere
per determinare gli utili e le perdite su cambi. Per esempio, se lo IAS 21 richiede
all'entità di allocare l'avviamento a livelli
relativamente
bassi
per valutare
gli utili
e le perdite
su cambi,
non è richiesto
di verificare l'avviamento a fini di riduzione del valore allo stesso livello a meno che a tale livello
si monitori anche
l'avviamento ai fini gestionali interni.
85
Se l'allocazione iniziale dell'avviamento acquisito
in
un'aggregazione
aziendale
non
può
essere
completata
prima della fine dell'esercizio in cui avviene l'aggregazione aziendale, tale allocazione iniziale deve
essere
completata prima della fine dell'esercizio che ha inizio dopo la data di acquisizione.
86
Secondo quanto previsto dall'IFRS 3
Aggregazioni aziendali
, se la contabilizzazione iniziale di un'aggregazione aziendale
può essere determinata soltanto provvisoriamente entro la fine dell'esercizio in cui avviene
l'aggrega-
zione,
l'acquirente:
a)
contabilizza l'aggregazione con tali valori provvisori; e
b)
rileva eventuali rettifiche a tali valori provvisori come risultato del completamento della contabilizzazione
iniziale entro il periodo di valutazione, che non supererà i dodici mesi dalla data di acquisizione.
In tali circostanze, potrebbe non essere possibile completare l'attribuzione iniziale dell'avviamento rilevato
nell'aggregazione prima della fine dell'esercizio in cui avviene l'aggregazione. Quando ciò accade, l'entità riporta
le
informazioni richieste dal paragrafo 133.
87
Se l'avviamento è stato allocato
a un'unità
generatrice
di flussi finanziari
e l'entità
dismette
un'attività
che è parte
di
tale unità, l'avviamento associato con l'attività dismessa deve essere:
a)
incluso nel valore contabile dell'attività quando si determina l'utile o la perdita derivante dalla
dismissione; e
b)
determinato sulla base dei relativi valori dell'attività dismessa e della parte mantenuta dell'unità generatrice di
flussi
finanziari, a meno che l'entità possa dimostrare che alcuni altri metodi riflettano meglio l'avviamento
associato
all'attività dismessa.
88
Se l'entità riorganizza la struttura del suo sistema informativo in modo tale che si modifica la
composizione di una o più unità generatrici di flussi finanziari cui l'avviamento è stato allocato,
l'avviamento deve essere riallocato alle unità interessate. Questa nuova allocazione deve essere fatta con
un criterio
del valore relativo simile a quello utilizzato quando l'entità dismette un'attività facente parte di
un'unità
generatrice di flussi finanziari a meno che l'entità possa dimostrare che altri metodi riflettano
meglio
l'avviamento associato alle unità riorganizzate.
V e r i f i c a d e l l e u n i t à g e n e r a t r i c i d i f l u s s i f i n a n z i a r i c o m p r e n s i v e
d e l l ' a v v i a m e n t o p e r r i d u z i o n e d i v a l o r e
89
Quando, come descritto nel paragrafo 81, l'avviamento si riferisce
all'unità
generatrice
di flussi
finanziari
ma
Esempio
L'entità vende per CU100 un'attività che era parte di un'unità generatrice di flussi finanziari a cui l'avvia-
mento è stato allocato. L'avviamento allocato all'unità non può essere identificato o associato con un gruppo
di attivi a un livello inferiore a tale unità, se non arbitrariamente. Il valore recuperabile della parte
mantenuta dell'unità generatrice di flussi finanziari è CU 300.
Poicl'avviamento allocato all'unità generatrice di flussi finanziari non può essere identificato o associato a un gruppo
di attività a un livello inferiore a tale unità se non arbitrariamente, l'avviamento associato con
l'attività
dismessa
è valutato
sulla base dei valori relativi dell'attività dismessa e della parte mantenuta dell'unità. Quindi, il 25 per cento dell'avviamento
allocato all'unità generatrice di flussi finanziari è incluso nel valore contabile dell'attività venduta.
Esempio
L'avviamento era stato precedentemente allocato all'unità A generatrice di flussi
finanziari.
L'avviamento
allocato
ad A non può essere identificato
o associato
a un gruppo di attività a un livello inferiore ad A, se
non
arbitrariamente.
A è da suddividersi
e integrarsi
in tre distinte
unità generatrici
di flussi finanziari,
B, C, e
D.
Poiché l'avviamento allocato ad
A non
può
essere
identificato
o associato
a un
gruppo
di attività
a un livello
inferiore ad
A se non arbitrariamente, esso è riallocato alle unità B, C e D sulla base dei valori relativi delle tre parti di A prima
che
tali parti siano integrate in B, C e D.
non è stato allocato a tale unità, si deve verificare l'unità a fini di riduzione del valore ogniqualvolta vi è
un'indicazione che l'unità possa avere subito una riduzione di valore, confrontando il valore
contabile
dell'unità, al netto di qualunque
avviamento,
con il suo valore recuperabile.
Qualunque
perdita
per
riduzione di valore deve essere rilevata secondo quanto previsto dal paragrafo 104.
90
Se un'unità generatrice di flussi finanziari descritta nel paragrafo 88 include nel proprio valore contabile
un'attività immateriale
che ha una vita utile indefinita o non è ancora disponibile
all'uso e tale attività può
essere
verificata a fini di riduzione del valore soltanto come facente parte dell'unità generatrice di flussi finanziari,
il
paragrafo 10 richiede che anche l'unità sia verificata annualmente a fini di riduzione del valore.
91
Un'unità generatrice di flussi finanziari a cui è stato allocato l'avviamento deve essere verificata annual
mente a
fini di riduzione del valore, e ogniqualvolta vi sia un'indicazione che l'unità possa avere subito una
riduzione di valore, confrontando il valore contabile dell'unità, che include l'avviamento, con il
valore
recuperabile dell'unità. Se il valore recuperabile di un'unità eccede il valore contabile dell'unità
medesima,
l'unità e l'avviamento allocato a tale unità devono essere considerati come se non avessero subito una
riduzione di valore. Se il valore contabile dell'unità supera il valore recuperabile dell'unità, l'entità deve
rilevare la perdita per riduzione di valore secondo quanto previsto dal paragrafo 104.
9195 [Eliminato]
T e m p i s t i c a d e l l e
v e r i f i c h e
p e r
r i d u z i o n e
d i
v a l o r e
96
La verifica annuale per riduzione di valore per un'unità generatrice di flussi finanziari a cui l'avviamento
è
stato allocato può essere svolta in qualsiasi momento durante l'esercizio di riferimento, a condizione che la
verifica venga fatta nello stesso periodo tutti gli anni. Unità generatrici di flussi finanziari differenti possono
essere verificate a fini di riduzione del valore in momenti diversi. Tuttavia, se parte
o tutto l'avviamento
allocato all'unità generatrice di flussi finanziari è stato acquisito in un'aggregazione aziendale durante l'esercizio
corrente, l'unità deve essere verificata
a fini
di riduzione
del valore
prima
della fine dell'esercizio corrente.
97
Se le attività che costituiscono l'uni generatrice di flussi finanziari a cui l'avviamento è stato allocato
vengono verificate a fini di riduzione del valore nello stesso momento dell'unità che include l'avvia- mento,
le singole unità devono essere verificate a fini di riduzione del valore prima dell'unità che contiene
l'avviamento. Analogamente, se le unità generatrici di flussi finanziari che costituiscono un
gruppo di unità
generatrici di flussi finanziari
al quale
è stato
allocato
l'avviamento
vengono
verificate
a
fini di riduzione del
valore nello stesso momento del gruppo di unità che contiene l'avviamento, le singole unità devono essere
verificate a fini di riduzione del valore prima del gruppo di unità
che
include l'avviamento.
98
Al momento della verifica per riduzione di valore dell'unità generatrice di flussi finanziari cui è stato allocato
l'avviamento, ci potrebbe essere un'indicazione di una riduzione di valore di un'attività che è parte dell'unità che
contiene
l'avviamento. In tali circostanze, l'entità innanzitutto verifica l'attività a fini di riduzione del valore, e rileva eventuali
perdite per riduzione di valore di tale attività prima di verificare a fini di riduzione del valore
l'unità generatrice di
flussi
finanziari
a cui
è stato
allocato
l'avviamento.
Analogamente,
ci può
essere
indicazione
di una riduzione di
valore in un'unità generatrice di flussi finanziari all'interno di un gruppo di un'unità che include l'avviamento. In
tali circostanze, l'entità innanzitutto verifica a fini di riduzione del valore l'unità
generatrice di flussi finanziari,
e
rileva
eventuali
perdite
per
riduzione
di valore
per
tale unità
prima
di verificare
a fini di riduzione del valore il
gruppo di unità cui è stato allocato l'avviamento.
99
Il più recente calcolo analitico effettuato in un periodo precedente del valore recuperabile di un'unità
generatrice di flussi finanziari cui l'avviamento è stato allocato può essere utilizzato nella verifica per
riduzione di valore per quell'unità nell'esercizio corrente, a condizione che tutti i seguenti criteri siano
soddisfatti:
a)
le attività e le passività che formano l'unità non si sono modificate significativamente dal tempo del
più
recente calcolo del valore recuperabile;
b)
il più recente calcolo del valore recuperabile aveva determinato un valore che eccedeva il valore
contabile dell'uni con un margine sostanziale; e
c)
sulla base di un'analisi dei fatti intervenuti e delle circostanze modificatesi dal tempo del più recente calcolo
del valore recuperabile, la probabilità che l'attuale determinazione del valore recuperabile sia
inferiore
all'attuale valore contabile dell'unità, è remota.
Beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets)
100
I beni destinati ad attività ausiliarie e comuni (corporate assets) comprendono attività di gruppo o divisionali quali,
per esempio, l'edificio in cui si trova la direzione centrale o una sua divisione, i macchinari per l'elaborazione
elettronica dei dati o un centro di ricerca. La struttura dell'entità determina se un'attivisoddisfa la
definizione di
beni destinati ad attività ausiliarie e comuni contenuta
nel presente
Principio
per
una
particolare
unità generatrice di
flussi finanziari. Le caratteristiche distintive di tali beni sono che essi non generano flussi
finanziari in entrata
indipendentemente
dalle altre attività
o da altri gruppi
di attività
e che i loro valori
contabili
non possono essere
totalmente imputati all'unità generatrice di flussi finanziari in oggetto.
101
Poiché i predetti beni non generano distinti flussi finanziari in entrata, il valore recuperabile di questi non può
essere
determinato a meno che la direzione aziendale abbia deciso di dismettere l'attività. Di conseguenza, se vi è un'indicazione
che un siffatto bene possa aver subito una riduzione di valore, si determina il valore recuperabile
dell'unità generatrice
di flussi finanziari o del gruppo di unità generatrici di flussi finanziari cui questo bene appartiene, ed esso viene
confrontato con il valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari o del gruppo di unità generatrici di flussi
finanziari. Eventuali perdite per riduzione di valore sono rilevate secondo
quanto previsto dal paragrafo 104.
102
Nel verificare se un'unità generatrice di flussi finanziari ha subito una riduzione di valore, l'entità deve
identificare
tutti i beni destinati
ad attività ausiliarie
e comuni
che fanno riferimento
all'unità
generatrice
di
flussi finanziari in oggetto. Se una parte del valore contabile di un tale bene:
a)
può essere allocata secondo un criterio ragionevole e coerente a tale unità, l'entità deve confrontare il valore
contabile dell'unità, inclusa la parte del valore contabile del bene destinato ad attività ausiliarie
e comuni
allocata all'unità, con il relativo valore recuperabile. Qualunque perdita per riduzione di
valore deve
essere rilevata secondo quanto previsto dal paragrafo 104;
b)
non può essere allocata secondo un criterio ragionevole e coerente a tale unità, l'entità deve:
i)
confrontare il valore contabile dell'unità,
escluso
il bene
destinato
ad attività
ausiliarie
e comuni,
con il
suo valore recuperabile e rilevare qualunque perdita per riduzione di valore secondo
quanto
previsto dal paragrafo 104;
ii)
identificare il più piccolo gruppo di unità generatrici di flussi finanziari che includa l'uni
generatrice di flussi finanziari in questione e a cui una parte del valore contabile del bene destinato
ad attività ausiliarie e comuni può essere allocata secondo un criterio ragionevole e
coerente; e
iii)
confrontare il valore contabile di tale gruppo di unità generatrici di flussi finanziari inclusa la
parte
del valore
contabile
del bene
destinato
ad attività
ausiliarie
e comuni
allocata
a tale gruppo di unità,
con il valore recuperabile
del gruppo di unità. Qualunque perdita per riduzione di valore
deve essere
rilevata secondo quanto previsto dal paragrafo 104.
103
L'esempio illustrativo 8 illustra l'applicazione di queste disposizioni ai beni destinati ad attività ausiliarie e
comuni.
Perdita per riduzione di valore di un'uni generatrice di flussi finanziari
104
Una perdita per riduzione di valore
deve
essere
rilevata
per una unità
generatrice
di flussi
finanziari
(il
più
piccolo gruppo di unità generatrici di flussi finanziari cui l'avviamento o un bene destinato
ad attività
ausiliarie e comuni è stato allocato)
se, e soltanto
se, il valore recuperabile
dell'unità
(gruppo di unità) è
inferiore al valore contabile dell'unità (gruppo di unità). La perdita per riduzione di valore
deve essere
imputata a riduzione del valore contabile delle attività che fanno parte dell'unità (gruppo di
unità) nel
seguente ordine:
a)
prima, per ridurre il valore contabile di qualunque avviamento allocato all'unità generatrice di flussi
finanziari (gruppo di unità); e
b)
quindi, alle altre attività dell'unità (gruppo di unità) in proporzione al valore contabile di ciascuna
attività che fa parte dell'unità (gruppo di unità).
Tali riduzioni dei valori contabili devono essere trattate come perdite per riduzione di valore delle
singole attività e rilevate in conformità alle disposizioni contenute nel paragrafo 60.
105
Nell'attribuire una perdita per riduzione di valore secondo quanto previsto dal paragrafo 104, l'entità
non
deve ridurre il valore contabile di un'attività al di sotto del maggior valore tra:
a)
il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione (se misurabile);
b)
il valore d'uso (se determinabile); e
c)
zero.
L'ammontare della perdita per riduzione di valore che sarebbe stata altrimenti imputata all'attività deve
essere allocata proporzionalmente alle altre attività dell'unità (gruppo di unità).
106
Se non è fattibile stimare il valore recuperabile di ciascuna attività di un'unità generatrice di flussi finanziari, il
presente Principio richiede che la perdita per riduzione di valore sia ripartita discrezionalmente tra le attività della
stessa
unità, tranne l'avviamento, perché tutte le attivi di un'unità generatrice di flussi finanziari operano
congiuntamente.
107
Se il valore recuperabile di una singola attività non può essere determinato (cfr. paragrafo 67):
a)
una perdita per riduzione di valore dell'attività è rilevata se il valore contabile di tale attiviè più elevato del
maggiore
tra il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione e i risultati delle procedure di
ripartizione
descritte nei paragrafi 104 e 105; e
b)
nessuna perdita per riduzione di valore dell'attività è rilevata se la connessa unità generatrice di flussi finanziari
non ha subito una riduzione di valore. Questo si applica anche
se il fair value
(valore
equo) al
netto dei costi
di dismissione dell'attività è inferiore al valore contabile.
Esempio
Una macchina ha subito un danno ma è ancora funzionante, sebbene non come prima che si danneggiasse. Il fair
value (valore equo) della macchina al netto dei costi di dismissione è inferiore al valore contabile. La macchina non
genera suoi propri flussi finanziari in entrata. Il ppiccolo gruppo identificabile di attività che comprende la macchina
e che genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti da altre
attività è la linea di produzione alla quale la macchina appartiene. Il valore recuperabile della linea di prodotti indica
che questa, considerata nel suo insieme, non ha subito
alcuna riduzione di valore.
Presupposto 1: i budget/previsioni approvati dalla direzione aziendale non
riflettono
alcun
impegno
preso
dalla
direzione stessa per rimpiazzare la macchina.
Il valore recuperabile della sola macchina non può essere stimato perché il valore d'uso della macchina:
a)
può differire dal suo fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione; e
b)
può essere determinato solamente con riferimento all'unità generatrice di flussi finanziari alla quale la macchina
appartiene (la
linea di produzione).
La linea di produzione non subisce una riduzione di valore. Quindi, non viene rilevata alcuna
perdita
per riduzione
di valore per la
macchina. Tuttavia, l'entità può aver bisogno di rivedere il periodo o il criterio di ammortamento della macchina. Forse, può essere
necessario un periodo di ammortamento più corto o un criterio di ammortamento più rapido per riflettere la vita utile residua attesa
della macchina o l'andamento con cui i benefici economici si presume saranno
consumati dall'entità.
Presupposto 2: i budget/previsioni
approvati dalla direzione
aziendale riflettono un impegno preso da parte della direzione
aziendale per rimpiazzare la macchina e per venderla nel futuro prossimo. I flussi finanziari
derivanti dall'uso
continuativo della macchina sino alla sua dismissione sono ritenuti irrilevanti.
Il valore d'uso della macchina può
essere stimato
pressoché
equivalente
al suo fair value
(valore
equo) al netto dei costi di dismissione.
Perciò, il valore recuperabile della macchina può essere determinato e non viene presa in considerazione l'unità generatrice di flussi
finanziari alla quale la macchina appartiene
(ossia la linea di produzione).
In considerazione del fatto che il fair value (valore equo)
al netto dei costi di dismissione della macchina è inferiore al suo valore contabile,
viene rilevata una perdita per riduzione di
valore della macchina.
108
Dopo aver applicato le disposizioni contenute nei paragrafi
104
e 105,
deve
essere
rilevata
una passività
per
qualsiasi importo residuo di una perdita per riduzione di valore dell'unità generatrice di flussi
finanziari
se, e solo se, ciò è richiesto da un altro IFRS.
ANNULLAMENTI DI PERDITE PER RIDUZIONE DI VALORE
109
I paragrafi da 110 a 116 contengono le disposizioni relative all'annullamento di perdite di valore di un'attività o di
un'unità generatrice di flussi finanziari che ha subito una perdita per riduzione di valore rilevata in esercizi
precedenti. Queste disposizioni fanno uso del termine
"
un'attività
"
ma si applicano egualmente sia a una singola
attività che a un'unità generatrice di flussi finanziari. Disposizioni aggiuntive sono previste per le singole attività
presentate nei paragrafi da 117 a 121, per un'unità generatrice di flussi finanziari nei paragrafi 122 e 123 e per
l'avviamento nei paragrafi 124 e 125.
110
L'entità deve valutare a ogni data di chiusura dell'esercizio se vi è indicazione che una perdita per
riduzione
di valore di un'attività rilevata negli esercizi precedenti per un'attività diversa dall'avviamento
possa non
esistere più o possa essersi ridotta. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l'entità deve
stimare il valore
recuperabile di tale attività.
ANNULLAMENTI DI PERDITE PER RIDUZIONE DI VALORE
111
I paragrafi da 110 a 116 contengono le disposizioni relative all'annullamento di perdite di valore di un'attività o di
un'unità generatrice di flussi finanziari che ha subito una perdita per riduzione di valore rilevata in esercizi
precedenti. Queste disposizioni fanno uso del termine
"
un'attività
"
ma si applicano egualmente sia a una singola
attività che a un'unità generatrice di flussi finanziari. Disposizioni aggiuntive sono previste per le singole attività
presentate nei paragrafi da 117 a 121, per un'unità generatrice di flussi finanziari nei paragrafi 122 e 123 e per
l'avviamento nei paragrafi 124 e 125.
112
L'entità deve valutare a ogni data di chiusura dell'esercizio se vi è indicazione che una perdita per
riduzione
di valore di un'attività rilevata negli esercizi precedenti per un'attività diversa dall'avviamento
possa non
esistere più o possa essersi ridotta. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l'entità deve
stimare il valore
recuperabile di tale attività.
113
Nel valutare se vi è una qualche indicazione che una perdita per riduzione di valore
di
un'attività
rilevata
negli esercizi precedenti per un'attività diversa dall'avviamento possa non esistere più o possa
essersi ridotta,
l'entità deve considerare, come minimo, le seguenti indicazioni:
Fonti esterne di informazione
a)
vi sono evidenze osservabili che il valore dell'attività è aumentato in maniera significativa nel corso
dell'esercizio;
b)
significativi cambiamenti con effetto favorevole per l'entità hanno avuto luogo nel corso dell'esercizio, o
lo avranno nel futuro prossimo, nell'ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale nel
quale
l'entità opera o nel mercato al quale l'attività è rivolta;
c)
i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli investimenti sono diminuiti nel corso
dell'esercizio, e tali diminuzioni probabilmente condizionano il tasso di attualizzazione utilizzato nel
calcolo del valore d'uso dell'attività e incrementano in maniera rilevante il valore recuperabile del-
l'attività;
Fonti di informazione interne
d)
significativi cambiamenti con effetto favorevole per l'entità hanno avuto luogo nel corso dell'esercizio, o
si suppone che abbiano luogo nel futuro prossimo, nella misura o nel modo in cui l'attività è usata o si
suppone che venga usata. Questi cambiamenti includono i costi sostenuti durante il periodo
per
migliorare o ottimizzare l'efficienza dell'attività o ristrutturare l'operazione a cui l'attività appart
iene;
e)
vi sono indicazioni evidenti dal sistema informativo interno che il rendimento economico dell'attività
è,
o sarà, migliore di quanto precedentemente supposto.
114
Le indicazioni di una potenziale diminuzione di una perdita per riduzione di valore fornite nel paragrafo 111
rispecchiano fondamentalmente
le indicazioni
contrarie
previste
per l'individuazione
di una perdita
per riduzione
di
valore contenute nel paragrafo 12.
115
Se vi è indicazione che una perdita per riduzione di valore di un'attività già rilevata, diversa dall'avviamento, possa
non esistere più o possa essersi ridotta, ciò può essere indice del fatto che la vita utile residua, il metodo di
ammortamento (di svalutazione) o il valore
residuo
necessita
di
essere
riconsiderato
e
rettificato
in
conformità alle
disposizioni dell'IFRS applicabile all'attività, persino se non vi è stato alcun ripristino di valore dell'attività.
116
Una perdita per riduzione di valore di un'attività diversa dall'avviamento rilevata negli esercizi prece- denti
deve essere rettificata se, e solo se, vi è stato un cambiamento nelle stime utilizzate per determinare il
valore recuperabile dell'attività da quando è stata rilevata l'ultima perdita per riduzione di valore. Se ci
troviamo in questa circostanza, il valore contabile dell'attività, ad eccezione di quanto indicato nel
paragrafo 117, deve essere aumentato sino al valore recuperabile. Tale incremento è l'an
nullamento di
una perdita per riduzione di valore.
117
l'annullamento di una perdita per riduzione di valore riflette un aumento nella stima del servizio potenzialmente
offerto
da un'attività, sia dal suo utilizzo sia dalla sua vendita, intercorso dalla data in cui l'entità ha rilevato per
l'ultima
volta una perdita per riduzione di valore di quell'attività. Il paragrafo 130 dispone che l'entità identifichi il
cambiamento
nelle stime
che è all'origine
dell'aumento
nella
stima
del servizio
potenzialmente
offerto.
Esempi
di
cambiamenti nelle stime includono:
a)
un cambiamento nel criterio utilizzato per calcolare il valore recuperabile (ossia, se il valore recuperabile è
basato
sul fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione o sul valore d'uso);
b)
se il valore recuperabile si basava sul valore d'uso, un cambiamento nel valore o nei dei tempi dei flussi
finanziari
futuri stimati o nel tasso di attualizzazione; o
c)
se il valore recuperabile si basava sul fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione, un cambia-
mento
nella stima dei componenti del fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione.
118
Il valore d'uso di un'attività può diventare maggiore del valore contabile dell'attività semplicemente perché il valore
attuale dei futuri flussi finanziari in entrata aumenta allorché i flussi si avvicinano nel tempo. Tuttavia il
servizio
potenzialmente offerto dall'attività
non è aumentato.
Di conseguenza
una perdita per riduzione
di valore
non viene
annullata a seguito del passare del tempo (alcune volte chiamato smontamento o
"
unwinding
"
dell'attualizzazione),
anche se il valore recuperabile dell'attività diviene maggiore rispetto al valore contabile.
Annullamento di una perdita per riduzione di valore di una singola attività
119
L'accresciuto valore contabile di un'attività diversa dall'avviamento attribuibile all'annullamento di una
perdita
per riduzione di valore non deve eccedere il valore contabile che sarebbe stato determinato (al netto di
svalutazione o ammortamento) se non si fosse rilevata alcuna perdita per riduzione di valore
dell'attività
negli anni precedenti.
120
Qualsiasi incremento nel valore contabile di un'attività diversa dall'avviamento che lo renda maggiore di quanto
sarebbe
stato (al netto di svalutazione o ammortamento) nel caso in cui non fosse stata rilevata alcuna perdita
per riduzione
di valore dell'attività negli anni precedenti è una rivalutazione. Per contabilizzare tale rivalutazione,
l'entità utilizza
l'IFRS applicabile a tale attività.
121
l'annullamento di una perdita per riduzione di valore di un'attività diversa dall'avviamento deve essere
rilevato
immediatamente nell'utile (perdita) d'esercizio, a meno che l'attività non sia iscritta al valore rivalutato
secondo quanto previsto da un altro IFRS (per esempio, secondo quanto previsto dal modello della
rideterminazione del valore dello IAS 16). Qualsiasi annullamento di una perdita per riduzione di
valore di
un'attività rivalutata deve essere trattato come aumento della rivalutazione secondo quando
previsto da tale
altro IFRS.
122
l'annullamento di una perdita per riduzione di valore di un'attività rivalutata
è rilevato nelle altre componenti
di
conto
economico complessivo e incrementa la riserva di rivalutazione per tale attività. Tuttavia, nella misura in
cui una
perdita per riduzione di valore sulla stessa attivi rivalutata era stata precedentemente rilevata nell'utile
(perdita)
d'esercizio, anche un annullamento di tale perdita è rilevato nell'utile (perdita) d'esercizio.
123
Dopo aver rilevato l'annullamento di una perdita per riduzione di valore, la quota di ammortamento
dell'attività deve essere rettificata nei periodi futuri per ripartire il
valore
contabile
modificato
dell'at
tività,
detratto il valore residuo (qualora esista), sistematicamente lungo la vita utile residua.
Annullamento di una perdita per riduzione di valore di un'unigeneratrice di flussi finanziari
124
l'annullamento di una perdita per riduzione di valore di un'unità generatrice di flussi finanziari deve
essere
allocato alle attività
dell'unità,
ad
eccezione
dell'avviamento,
proporzionalmente
ai
valori
conta-
bili di tali
attività. Tali incrementi dei valori contabili devono essere trattati come annullamenti di perdite per
riduzione di valore di singole attività e rilevati in conformialle disposizioni del paragrafo
119.
125
Nell'allocare l'importo derivante dall'annullamento di una perdita per riduzione di valore di un'unità
generatrice di flussi finanziari, secondo quanto previsto dal paragrafo 122, il valore contabile di un'at
tività
non deve essere superiore al minore tra:
a)
il valore recuperabile (qualora determinabile); e
b)
il valore contabile che si sarebbe determinato (al netto
dell'ammortamento)
se
negli
esercizi
prece-
denti
non fosse stata rilevata alcuna perdita per riduzione di valore dell'attività.
L'ammontare dell'annullamento
della perdita per riduzione
di valore che sarebbe
stato altrimenti
impu
tato
all'attività deve essere allocato in base a un criterio proporzionale alle altre attività dell'unità
eccetto per
l'avviamento.
Annullamento di una perdita per riduzione di valore dell'avviamento
126
Una perdita per riduzione di valore rilevata per l'avviamento non p essere eliminata in un esercizio
successivo.
127
Lo IAS 38
Attività immateriali
vieta la rilevazione
dell'avviamento
generato
internamente.
Qualunque
incremento del
valore recuperabile dell'avviamento
in esercizi successivi alla rilevazione
di una perdita per riduzione di valore per tale
avviamento è probabile che costituisca
un aumento
nell'avviamento
generato internamente,
piuttosto che
un
annullamento della perdita per riduzione di valore rilevata per l'avviamento acquisito.
INFORMAZIONI INTEGRATIVE
128
L'entità deve indicare per ciascuna
classe di attività:
a)
l'ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevato nell'utile (perdita) d'esercizio nel corso
dell'esercizio e la voce di prospetto di conto economico complessivo nella quale tali perdite per
riduzione di valore sono incluse;
b)
l'ammontare degli annullamenti di perdite per riduzione di valore rilevato nell'utile (perdita) nel corso
dell'esercizio e la voce di prospetto di conto economico complessivo nella quale tali annulla-
menti sono
iscritti;
c)
l'ammontare delle perdite per riduzione di valore
su attività
rivalutate
rilevato
nelle
altre
componenti
di
conto economico complessivo nel corso dell'esercizio;
d)
l'ammontare degli annullamenti di perdite per riduzione di valore su attività
rivalutate
rilevato
nelle
altre
componenti di conto economico complessivo nel corso dell'esercizio.
129
Una classe di attività è un gruppo di attività simili per natura e utilizzo nelle operazioni dell'entità.
130
L'informazione richiesta
nel paragrafo
126
può
essere
esposta
congiuntamente
ad altra
informativa
prevista
per
la
classe di attività. Per esempio, questa informazione può essere inclusa in una riconciliazione del valore contabile di
immobili, impianti e macchinari, all'inizio e alla fine dell'esercizio, come disposto dallo IAS 16.
131
L'entità che riporta l'informativa di settore secondo quanto previsto dall'IFRS 8 deve indicare quanto
segue, per ogni settore oggetto di informativa:
a)
l'ammontare delle perdite per riduzione di valore rilevato nell'utile (perdita) d'esercizio e nelle altre
componenti di conto economico complessivo nel corso dell'esercizio;
b)
l'ammontare degli annullamenti di perdite per riduzione di valore rilevato nell'utile
(perdita)
d'eser
cizio e
nelle altre componenti di conto economico complessivo nel corso dell'esercizio.
132
L'entità deve indicare quanto segue per ciascuna attività (incluso l'avviamento) o unigeneratrice di flussi
finanziari, per la quale una perdita per riduzione di valore sia stata rilevata o eliminata, durante
l'esercizio:
a)
gli eventi e le circostanze che hanno portato alla rilevazione o all'annullamento della perdita per
riduzione di valore;
b)
l'ammontare della
perdita
per riduzione
di valore
rilevata
o eliminata;
c)
se singola attività:
i)
la natura dell'attività; e
ii)
se l'entità presenta l'informativa di settore secondo quanto previsto dall'IFRS 8, il settore oggetto
di
informativa a cui appartiene l'attività;
d)
se unità generatrice di flussi finanziari:
i)
una descrizione dell'unità generatrice di flussi finanziari (come, per esempio, se sia una linea di
prodotto, un impianto, un settore di attività, un settore geografico, o un settore oggetto di
informativa come definito nell'IFRS 8);
ii)
l'importo della perdita per riduzione di valore rilevato o eliminato per classe di attività e, se l'entità
presenta l'informativa di settore secondo quanto previsto dall'IFRS 8, per settore oggetto
di
informativa; e
iii)
se l'aggregazione di attività utilizzate per identificare l'unità generatrice di flussi finanziari è
cambiata dall'ultima stima del valore recuperabile dell'unità
generatrice
di flussi
finanziari
(qua- lora
esista), una descrizione della metodologia corrente e precedente di aggregazione delle attività
e le
ragioni per cui è cambiato il criterio con cui l'unità generatrice di flussi finanziari è stata
identificata;
e)
il valore recuperabile dell'attività (unità generatrice di flussi finanziari) e se il valore recuperabile dell'attività
(unità generatrice di flussi finanziari) è il suo fair value (valore equo) al netto dei costi di
dismissione o il
suo valore d'uso;
f)
se il valore recuperabile corrisponde al fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione,
l'entità
deve fornire le seguenti informazioni:
i)
il livello della gerarchia del fair value (vedere IFRS 13) nel quale è classificata nella sua interezza la
valutazione del fair value (valore equo) dell'attività (unità generatrice
di flussi finanziari) (senza considerare
se i
"costi di dismissione" sono osservabili);
ii)
per le valutazioni del fair value (valore equo) classificate nei livelli 2 e 3 della gerarchia del fair
value,
una descrizione delle tecniche di valutazione
utilizzate
per valutare il fair value al netto dei
costi di
dismissione. Se è intervenuto un cambiamento nella tecnica di valutazione, l'entità deve
indicare
tale cambiamento e le relative motivazioni; e
iii)
per le valutazioni del fair value (valore equo) classificate nei livelli 2 e 3 della gerarchia del fair
value,
ogni assunto di base su cui la direzione
aziendale
ha fondato
la propria
determinazione
del
fair value
al netto dei costi di dismissione. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore recuperabile dell'attività
(o dell'unità generatrice di flussi finanziari) è più sensibile. L'entità deve inoltre indicare i tassi di
attualizzazione utilizzati nelle valutazioni correnti e in quelle prece- denti, se il fair value (valore
equo) al netto dei costi di dismissione è misurato utilizzando una
tecnica di attualizzazione.
g)
se il valore recuperabile è il valore d'uso, il tasso (i tassi) di attualizzazione utilizzato/i nella presente
stima
e nelle stime precedenti (qualora esistano) del valore d'uso.
133
L'entità deve presentare la seguente informativa per il valore complessivo delle perdite per riduzione di
valore
e il valore complessivo degli annullamenti di tali perdite rilevati durante l'esercizio per i quali
non viene
data alcuna informazione secondo quanto previsto dal paragrafo 130:
a)
le classi principali di attività interessate dalle perdite per riduzione di valore e le classi principali di
attività interessate dagli annullamenti di tali perdite;
b)
gli eventi e le circostanze principali che hanno portato alla rilevazione di tali perdite per riduzione di
valore e dei relativi annullamenti.
134
Si incoraggia l'entità ad indicare i presupposti utilizzati per determinare il valore recuperabile delle attivi (unità
generatrici di flussi finanziari) nel corso dell'esercizio. Tuttavia, il paragrafo 134 prevede che l'entità fornisca
informativa sulle stime utilizzate per valutare il valore recuperabile di un'unità generatrice
di
flussi
finanziari
quando
l'avviamento o un'attività immateriale dalla vita utile indefinita sono inclusi nel valore contabile di tale
unità.
135
Se, secondo quanto previsto dal paragrafo 84, qualunque parte
dell'avviamento
acquisito
in un'aggrega- zione
aziendale durante l'esercizio non è stata allocata a un'unità (gruppo di unità) generatrice di flussi finanziari alla
data di chiusura dell'esercizio, l'importo dell'avviamento non allocato deve essere indicato
insieme alle ragioni
per cui tale importo rimane non allocato.
Stime utilizzate per determinare i valori recuperabili delle unità generatrici di flussi finanziari che
contengono avviamento o attività immateriali con vita utile indefinita
136
L'entità deve fornire le informazioni richieste da (a)-(f) per ogni unità (gruppo di unità) generatrice di
flussi
finanziari per la quale il valore contabile dell'avviamento o delle attività immateriali con vita utile
indefinita
attribuito a tale unità (gruppo di unità) è significativo rispetto al valore contabile totale
dell'avviamento o
delle attività immateriali con vita utile indefinita dell'entità:
a)
il valore
contabile
dell'avviamento
allocato
all'unità
(gruppo
di
unità),
b)
il valore contabile delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito all'unità (gruppo di
unità);
c)
il criterio utilizzato per determinare il valore recuperabile dell'unità (gruppo di unità), (ossia il valore
d'uso
o il fair value al netto dei costi di dismissione);
d)
se il valore recuperabile
dell'unità
(gruppo
di unità)
si basa sul valore d'uso:
i)
ciascun assunto di base su cui la direzione aziendale ha fondato le proiezioni dei flussi finanziari per
il periodo oggetto di budget/previsioni più recenti. Gli assunti di base sono quelli a cui il
valore
recuperabile dell'unità (gruppo di unità) è più sensibile;
ii)
una descrizione dell'approccio
della direzione
aziendale
per determinare
il(i) valore(i) assegnato(i)
a
ogni assunto di base, se tale(i) valore(i) riflette(ono) esperienze passate o, se appropriato, è (sono)
coerente(i) con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perché differisce(ono)
dalle
esperienze passate o fonti esterne di informazione;
iii)
l'esercizio su cui la direzione aziendale ha proiettato i flussi finanziari basati sui budget/previsioni
approvati e, se è utilizzato un periodo più lungo di cinque anni per un'uni (gruppo di unità)
generatrice di flussi finanziari, una spiegazione del perché è giustificato tale più lungo periodo;
iv)
il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari oltre il periodo dei
budget/previsioni p recenti, e la giustificazione per l'utilizzo di un eventuale tasso di crescita
superiore al tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, settori industriali,
Paese o
Paesi
in cui l'entità opera, o per il mercato a cui l'unità (gruppo di unità) è rivolta;
v)
il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i)
alle proiezioni
di flussi finanziari;
e)
se il valore recuperabile dell'unità (gruppo di unità) si basa sul fair value (valore equo) al netto dei costi
di dismissione, la tecnica di valutazione utilizzata per misurare il fair value al netto dei costi di
dismissione. L'entità non deve fornire le informazioni integrative
richieste dall'IFRS 13. Se il fair value
(valore equo) al netto dei costi di dismissione
non è misurato utilizzando
un prezzo quotato per una
unità (gruppo di unità) identica, devono inoltre essere indicate le seguenti informazioni:
i)
ogni assunto di base su cui la direzione aziendale ha fondato la sua determinazione del fair value
(valore equo) al netto dei costi di dismissione. Gli assunti di base sono quelli a cui il valore
recuperabile dell'unità (gruppo di unità) è più sensibile;
ii)
una descrizione dell'approccio
della direzione
aziendale
per determinare
il(i) valore(i)
assegnato(i) a
ogni assunto di base, se tale(i) valore(i) riflette(ono) esperienze passate o, se appropriato, è(sono)
coerente(i) con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e perc differisce(ono) dalle
esperienze passate o fonti esterne di informazione.
iiA)
il livello della gerarchia del fair value (vedere IFRS 13) nel quale è classificata nella sua interezza la
valutazione del fair value (senza considerare l'osservabilità dei "costi di dismissione");
iiB) se è intervenuto un cambiamento nella tecnica di valutazione, tale cambiamento e le rispettive
motivazioni.
Se il fair value (valore equo) al netto dei costi di dismissione è misurato utilizzando proiezioni di
flussi finanziari attualizzati, l'entità deve indicare le seguenti informazioni:
iii)
il periodo su cui la direzione aziendale ha proiettato i flussi finanziari;
iv)
il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari;
v)
il(i) tasso(i) di attualizzazione applicato(i)
alle proiezioni
di flussi finanziari;
f)
se un cambiamento ragionevolmente possibile in un assunto di base su cui la direzione ha fondato la
determinazione del valore recuperabile dell'unità (gruppo di unità) potrebbe far che il valore
contabile dell'unità (gruppo di unità) superi il valore recuperabile:
i)
l'eccedenza del valore
recuperabile
dell'unità
(gruppo
di unità)
rispetto
al valore
contabile;
ii)
il valore assegnato agli assunti
di base;
iii)
l'importo a cui il valore assegnato agli assunti di base deve rettificarsi, dopo avere assorbito
eventuali effetti conseguenti a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per misurare il
valore
recuperabile, affinché il valore recuperabile dell'unità (gruppo di unità) sia pari al valore
contabile.
137
Se parte o tutto il valore contabile dell'avviamento o di attività immateriali dalla vita utile indefinita è
allocato ad unità (gruppo di unità) generatrici di flussi finanziari multiple, e l'importo così attribuito a ogni
unità (gruppo di unità) non è significativo rispetto al valore contabile totale dell'entità dell'avvia- mento o
delle attività immateriali con vita utile indefinita, tale fatto deve essere illustrato, insieme al valore
contabile complessivo dell'avviamento o delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito a tali
unità (gruppi di unità). Inoltre, se i valori recuperabili di qualsiasi di tali unità (gruppi di
unità) si basano
sullo(gli) stesso(i) assunto(i) di base e il valore contabile complessivo
dell'avviamento
o
delle attività
immateriali con vita utile indefinita loro attribuito è significativo rispetto al valore conta- bile totale
dell'avviamento dell'entio delle attività immateriali con vita utile indefinita, l'entità deve
indicare tale
fatto, insieme a:
a)
il valore contabile complessivo dell'avviamento allocato a tali unità (gruppi di unità);
b)
il valore contabile complessivo delle attività immateriali con vita utile indefinita attribuito a tali unità
(gruppi
di unità);
c)
una descrizione dell'(degli) assunto(i) di base;
d)
una descrizione dell'approccio utilizzato dalla direzione aziendale per determinare il(i) valore(i)
assegnato(i) all'(agli) assunto(i) di base, senza tenere conto se tale(i) valore(i) riflette(ono) esperienze
passate o, se appropriato, è(sono) coerente(i) con le fonti esterne di informazione, e, se no, come e
perché differisce(ono) dalle esperienze passate o fonti esterne di informazione;
e)
se un cambiamento ragionevolmente possibile nell'(negli) assunto(i) di base potrebbe far che i
valori contabili complessivi delle unità (gruppi di unità) superino il totale dei valori recuperabili:
i)
l'eccedenza del totale dei valori recuperabili delle unità (gruppi di unità) rispetto al totale dei
valori
contabili;
ii)
il(i) valore(i) assegnato(i) all'(agli) assunto(i) di base;
iii)
l'importo a cui il(i) valore(i) assegnato(i) all'(agli) assunto(i) di base deve(ono)
rettificarsi,
dopo avere
assorbito eventuali effetti conseguenti a tale cambiamento sulle altre variabili utilizzate per misurare il
valore recuperabile, affinché il valore complessivo recuperabile delle unità (gruppi di
unità) sia pari al
loro valore contabile complessivo.
138
Secondo quanto previsto dal paragrafo 24 o 99, il calcolo dettagliato più recente effettuato in un periodo
precedente
del valore recuperabile di un'unità (gruppo di unità) generatrice di flussi finanziari può essere rilevato
e utilizzato
nella verifica per riduzione di valore per quell'unità (gruppo di unità) nell'esercizio corrente a condizione che siano
soddisfatti i criteri specificati. Quando ciò si verifica, le informazioni per tale unità (gruppo di unità) che sono incluse
nelle indicazioni richieste dai paragrafi 134 e 135 fanno riferimento al portare avanti il
calcolo del valore
recuperabile.
139
L'esempio illustrativo 9 mostra l'informativa richiesta dai paragrafi 134 e 135.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E DATA DI ENTRATA IN VIGORE
140
[Eliminato]
141
L'entità deve applicare il presente Principio:
a)
all'avviamento e alle attività immateriali
acquisite
in
aggregazioni
aziendali
la
cui
data
di
accordo
è
il
31
marzo 2004 o successiva; e
b)
a tutte le altre attività prospetticamente dall'inizio del primo esercizio avente inizio il 31 marzo 2004 o in
data successiva.
142
Le entità a cui il paragrafo 139 si applica sono incoraggiate ad applicare le disposizioni del presente Principio
prima
delle date di entrata in vigore specificate nel paragrafo 139. Tuttavia, se applica il presente Principio prima
di tali
date di entrata in vigore, l'entità deve anche applicare l'IFRS 3 e lo IAS 38 (rivisto nella sostanza nel 2004)
alla stessa
data.
140A
Lo IAS 1
Presentazione
del bilancio
(rivisto nella sostanza
nel 2007) ha modificato
la terminologia
utilizzata
in tutti
gli
IFRS. Inoltre ha modificato
i paragrafi 61, 120, 126 e 129. L'entità deve applicare tali modifiche ai bilanci degli
esercizi che hanno inizio il 1
o
gennaio 2009 o in data successiva. Se l'entità applica lo IAS 1 (rivisto nella sostanza
nel 2007) a partire da un esercizio precedente, tali modifiche devono essere applicate a partire da
quell'esercizio
precedente.
140B
L'IFRS 3 (rivisto nella sostanza nel 2008) ha modificato i paragrafi 65, 81, 85 e 139; eliminato i paragrafi 9195 e
138 e aggiunto l'Appendice C. L'entità deve applicare tali modifiche ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
luglio 2009 o in data successiva. Se l'entità applica l'IFRS 3 (rivisto nella sostanza nel 2008) a partire da un esercizio
precedente, anche le modifiche devono essere applicate a partire da tale esercizio precedente.
140C Il paragrafo 134(e) è stato modificato da
Miglioramenti agli IFRS
pubblicato nel maggio 2008. L'entità deve applicare
tale modifica ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
gennaio 2009 o in data successiva. È
consentita
l'applicazione anticipata. Se l'entità applica queste modifiche
a partire da un esercizio precedente,
tale
fatto deve essere
indicato.
140D
Costo delle partecipazioni in controllate, in entità a controllo congiunto e in società collegate
(Modifiche all'IFRS 1
Prima
adozione
degli International Financial Reporting Standard
e allo IAS 27), pubblicato nel maggio 2008, ha aggiunto il paragrafo 12(h).
L'entità
deve applicare
tale modifica
prospetticamente
ai bilanci
degli esercizi
che hanno
inizio il
1
o
gennaio 2009 o
in data successiva. È consentita l'applicazione anticipata. Se l'entità applica le relative modifiche apportate ai
paragrafi 4 e 38A dello IAS 27 a partire da un esercizio precedente, essa deve contem
poraneamente applicare la
modifica apportata al paragrafo 12(h).
140E
Miglioramenti agli IFRS
pubblicato nell'aprile 2009 ha modificato il paragrafo 80(b). L'entità deve applicare
tale
modifica
prospetticamente ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
gennaio 2010 o in data successiva. È
consentita
l'applicazione anticipata. Se l'entità applica queste modifiche
a partire da un esercizio precedente,
tale
fatto deve essere
indicato.
140F [Eliminato]
140G [Eliminato]
140H L'IFRS 10 e l'IFRS 11, pubblicati nel maggio 2011, hanno modificato il paragrafo 4, il titolo che precede
il paragrafo
12(h) e il paragrafo 12(h). L'entità deve applicare tali modifiche quando applica l'IFRS 10 e l'IFRS 11.
140I L'IFRS 13, pubblicato a maggio 2011, ha modificato i paragrafi 5, 6, 12, 20, 22, 28, 78, 105, 111, 130 e 134,
ha
eliminato i paragrafi 2527 e ha aggiunto il paragrafo 53A. L'entità deve applicare tali modifiche quando
applica
l'IFRS 13.
140J A maggio 2013 i paragrafi 130 e 134 e il titolo che precede il paragrafo 138 sono stati modificati. L'enti deve
applicare tali modifiche retroattivamente a partire dagli esercizi che hanno inizio il 1
o
gennaio 2014 o in data
successiva. È consentita l'applicazione anticipata. L'entità non deve applicare tali modifiche per gli esercizi (inclusi
quelli
comparativi) in cui non applica anche l'IFRS 13.
140K [Eliminato]
140L L'IFRS 15
Ricavi provenienti da contratti con i clienti
, pubblicato nel maggio 2014, ha modificato il paragrafo 2.
L'entità deve applicare tale modifica quando applica l'IFRS 15.
140M L'IFRS 9, nella versione pubblicata nel luglio 2014, ha modificato i paragrafi 2, 4 e 5 e ha eliminato i paragrafi
140F,
140G e 140K. L'entità deve applicare tali modifiche quando applica l'IFRS 9.
140N
L'IFRS
17,
pubblicato
a maggio
2017,
ha modificato
il paragrafo
2.
Modifiche
all'IFRS
17
, pubblicato
a giugno
2020, ha ulteriormente modificato il paragrafo 2. L'entità deve applicare tali modifiche quando applica
l'IFRS 17.
RITIRO DELLO IAS 36 (PUBBLICATO NEL 1998)
143
Il presente Principio sostituisce lo IAS 36
Riduzione durevole di valore delle attività
(pubblicato nel 1998).
Appendice A
UTILIZZO DELLE TECNICHE DI ATTUALIZZAZIONE PER LA DETERMINAZIONE DEL VALORE D'USO
La presente appendice costituisce parte integrante del Principio. Fornisce una guida sull'uso delle tecniche di attualizzazione nella
determinazione del valore d'uso. Sebbene la guida utilizzi il termine
"
attività
"
, essa si applica ugualmente a un gruppo di attività che
formano
un'unità generatrice di flussi finanziari.
Le componenti della determinazione del valore attuale
A1 L'insieme dei seguenti elementi misurano le differenze economiche tra le attività:
a)
una stima dei flussi finanziari futuri, o in casi più complessi, della serie di flussi finanziari futuri che l'entità
prevede deriveranno dall'attività;
b)
le aspettative di possibili variazioni dell'ammontare o della tempistica di tali flussi finanziari;
c)
il valore temporale del denaro, rappresentato dal tasso corrente di interesse privo di rischio di mercato;
d)
il prezzo di assumersi l'incertezza implicita nell'attività; e
e)
altri fattori, a volte non identificabili, (quali la mancanza di liquidità), che gli operatori di mercato rifletterebbero
nella
misurazione dei flussi finanziari futuri che l'entità prevede di ottenere dall'attività.
A2
Questa appendice contrappone due approcci di calcolo del valore attuale, ciascuno dei quali può essere utilizzato
per
stimare il valore d'uso di un'attività, a seconda delle circostanze.
Secondo
l'approccio
"
tradizionale
"
, le rettifiche
per i
fattori (b)-(e) descritti nel paragrafo A1 sono implicite nel tasso di attualizzazione. Secondo l'approccio dei
"
flussi
finanziari attesi
"
, i fattori (b), (d) ed (e) causano rettifiche nel calcolare i flussi finanziari attesi rettificati in funzione del
rischio. Qualsiasi approccio adotti l'entità per riflettere le aspettative di possibili variazioni dell'ammontare o della
tempistica dei flussi finanziari futuri, il risultato dovrebbe riflettere il valore attuale atteso dei flussi
finanziari futuri,
ossia la media ponderata di tutti i risultati possibili.
Principi generali
A3
Le tecniche utilizzate per stimare i futuri flussi finanziari e i tassi di interesse varieranno da una situazione a un'altra a
seconda delle circostanze che riguardano l'attività in questione. Tuttavia, i seguenti principi generali
disciplinano
ogni applicazione delle tecniche di attualizzazione nella valutazione delle attività:
a)
i tassi di interesse utilizzati per attualizzare i flussi finanziari dovrebbero riflettere ipotesi coerenti con quelle dei flussi
finanziari stimati. Altrimenti l'effetto connesso ad alcune ipotesi sarebbe calcolato due volte. Per esempio,
un tasso
di attualizzazione del 12 per cento potrebbe essere applicato a flussi finanziari contrattuali di un
finanziamento
effettuato. Tale tasso riflette le previsioni di inadempimenti futuri su finanziamenti con caratteri
stiche particolari. Il
medesimo tasso del 12 per cento non dovrebbe essere utilizzato per attualizzare i flussi
finanziari attesi perché
quei flussi finanziari riflettono già ipotesi di futuri inadempimenti;
b)
i flussi finanziari stimati e i tassi di attualizzazione dovrebbero essere privi di distorsioni e di fattori non correlati
all'attività in questione. Per esempio, sottostimare volutamente i flussi finanziari netti stimati per migliorare
l'apparente redditività futura di un'attivi introduce un effetto distorsivo nella valutazione;
c)
i flussi finanziari stimati o tassi di attualizzazione
dovrebbero
riflettere l'intervallo
di risultati possibili piuttosto
che
un singolo valore, minimo o massimo, probabilmente possibile.
Approccio tradizionale e approccio dei flussi finanziari attesi nella attualizzazione
Approccio tradizionale
A4 Le applicazioni contabili dell'attualizzazione hanno tradizionalmente utilizzato una singola serie di flussi finanziari
stimati e un singolo tasso di attualizzazione, spesso descritto come
"
tasso commisurato al rischio
"
. In sostanza,
l'approccio tradizionale assume che un singolo tasso di attualizzazione convenzionale può raccogliere tutte le
previsioni sui flussi finanziari futuri e un premio appropriato per il rischio. Quindi, l'approccio tradizionale pone la
maggior
enfasi sulla scelta del tasso di attualizzazione:
A5 In alcune circostanze, come quelle in cui attività comparabili possono essere osservate sul mercato, un approccio
tradizionale è relativamente facile da applicare. Per le attività con flussi finanziari contrattuali, è coerente con il
metodo con cui gli operatori sul mercato descrivono le attività, come ad esempio
"
obbligazione al 12 per cento
"
.
A6
Tuttavia, l'approccio tradizionale può non affrontare adeguatamente
alcuni problemi di valutazione complessi, quali
la valutazione di attivinon finanziarie per le quali non esiste un mercato per l'elemento in esame, né un elemento
paragonabile. Una adeguata ricerca del presente
"
tasso commisurato al rischio
"
richiede l'analisi di almeno due
elementi:
un'attività
presente
sul mercato
che ha un tasso di interesse
noto e l'attività
da valutare.
Il tasso di
attualizzazione appropriato per i flussi finanziari da valutare deve essere desunto dal tasso di interesse osservabile in
quest'altra attività. Per misurare tale inferenza, le caratteristiche dei flussi finanziari dell'altra attività
devono essere
similari a quelle dell'attività da valutare. Quindi, chi effettua la valutazione deve:
a)
identificare la serie di flussi finanziari da attualizzare;
b)
identificare un'altra attivi sul mercato che mostri caratteristiche similari di flussi finanziari;
c)
confrontare le serie di flussi finanziari dei due elementi per accertare che siano similari (per esempio, sono le
serie
entrambe relative a flussi finanziari contrattuali, oppure uno è un flusso finanziario contrattuale e l'altro è
stimato?);
d)
valutare se vi sia un elemento in una voce non presente nell'altra (per esempio, una è caratterizzato da minor
liquidità dell'altra?); e
e)
valutare se è possibile che entrambe le serie di flussi finanziari possano comportarsi (cioè variare) in modo
similare al cambiare delle condizioni economiche.
Approccio dei flussi finanziari attesi
A7 L'approccio dei flussi finanziari attesi, è, in alcune situazioni, un più efficiente strumento di valutazione dell'ap- proccio
tradizionale. Nello sviluppare la valutazione, l'approccio dei flussi finanziari attesi utilizza tutte le previ- sioni sui
possibili flussi finanziari invece di un singolo più probabile flusso finanziario. Per esempio, un flusso finanziario può
essere CU100, CU200 o CU300 con probabilità di accadimento pari rispettivamente
al 10 per cento, 60 per cento e 30
per cento. Il flusso finanziario atteso è CU220. L'approccio
dei flussi finanziari attesi
quindi differisce dall'approccio
tradizionale concentrandosi
sull'analisi
diretta dei flussi finanziari
in questione
e su
più ipotesi esplicite utilizzate
nella valutazione.
A8 L'approccio dei flussi finanziari attesi permette inoltre, di utilizzare le tecniche di attualizzazione quando la tempistica
dei flussi finanziari è incerta. Per esempio, un flusso finanziario di CU1,000 p essere monetizzato in un anno,
due anni o tre anni rispettivamente con probabilità del 10 per cento, 60 per cento e 30 per cento.
L'esempio che
segue mostra il calcolo del valore attuale atteso in tale situazione.
Valore attuale del CU1,000 in 1 anno al 5 %
Probabilità
CU952,38
10,00 %
CU95,24
Valore attuale del CU1,000 in 2 anni al 5,25 %
Probabilità
CU902,73
60,00 %
CU541,64
Valore attuale del CU1,000 in 3 anni al 5,50 %
Probabilità
CU851,61
30,00 %
CU255,48
Valore attuale atteso
CU892,36
A9 Il valore attuale atteso di CU892,36 differisce dalla nozione tradizionale della miglior stima, pari a CU902,73 (la
probabilità del 60 per cento). Un calcolo tradizionale del valore attuale applicato a questo esempio richiede di
scegliere
quali possibili tempistiche dei flussi finanziari utilizzare
e, di conseguenza,
non riflette le probabilità
degli
altri tempi di
accadimento. Ciò perché il tasso di attualizzazione in un calcolo tradizionale del valore attuale non
può riflettere
incertezze nei tempi.
A10 L'utilizzo delle probabilità è elemento essenziale dell'approccio dei flussi finanziari attesi. Alcuni si chiedono se
l'assegnazione di probabilità
a stime
altamente
soggettive
suggerisca
una
precisione
maggiore
di quanto
in realtà sia.
Tuttavia, l'applicazione adeguata dell'approccio tradizionale (come descritto nel paragrafo A6) richiede le stesse
stime e
soggettività senza dare la trasparenza di calcolo dell'approccio dei flussi finanziari attesi.
A11 Molte stime sviluppate nella prassi corrente contengono ginformalmente gli elementi dei flussi finanziari attesi.
Inoltre, i contabili spesso debbono valutare un'attività utilizzando informazioni limitate sulle probabilità di possibili
flussi
finanziari. Per esempio, un contabile può trovarsi di fronte alle seguenti situazioni:
a)
l'importo stimato è compreso tra CU50 e CU250, ma nessun importo nell'intervallo di valori ha più probabilità di
un altro. Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è CU150 [(50 + 250)/2];
b)
l'importo stimato è compreso tra CU50 e CU250, e l'importo più probabile è CU100. Tuttavia, le probabilità di ogni
importo sono sconosciute. Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è
CU133,33
[(50 + 100 + 250)/3];
c)
l'importo stimato sarà CU50 (probabilità del 10 per cento), CU250 (probabili del 30 per cento), o CU100
(probabilità del 60 per cento). Sulla base di tali informazioni limitate, il flusso finanziario atteso stimato è
CU140
[(50 × 0,10) + (250 × 0,30) + (100 × 0,60)].
In ogni caso, è probabile che lo stimato flusso finanziario atteso fornisca una stima migliore del valore d'uso
rispetto al valore minimo, più probabile o a quello massimo considerato individualmente.
A12 L'applicazione dell'approccio dei flussi finanziari attesi ha un limite nel rapporto costo/beneficio. In alcuni casi,
l'entità
può disporre di una gran quantità di dati ed essere in grado di sviluppare diversi scenari di flussi finanziari.
In altri
casi, l'entità può essere in grado di sviluppare solo delle generali indicazioni sulla variabilità dei flussi
finanziari senza
sostenere costi rilevanti. L'entità necessita di bilanciare il costo di ottenere informazioni aggiuntive
rispetto alla maggiore
attendibilità che le informazioni daranno alla valutazione.
A13 Alcuni affermano che le tecniche dei flussi finanziari attesi sono inadeguate per valutare un elemento singolo o un
elemento con un limitato numero di possibili risultati. Citano ad esempio un'attività con due possibili risultati: una
probabilità del 90 per cento che il flusso finanziario sarà CU10 e un 10 per cento di probabilità che il flusso finanziario
sarà CU1,000. Osservano che il flusso finanziario atteso in tale esempio è CU109 e criticano tale
risultato poiché non
rappresenta nessuno degli importi che possono effettivamente essere pagati.
A14 Affermazioni come quella appena illustrata indicano un sottostante disaccordo con l'obiettivo della valutazione. Se
l'obiettivo è l'accumulo dei costi da sostenere, i flussi finanziari attesi possono non produrre una stima fedelmente
rappresentativa dei costi attesi. Tuttavia, il presente Principio riguarda la valutazione del valore recuperabile di un'attività.
Il valore recuperabile dell'attività dell'esempio non è probabile che sia CU10, anche se quello è il flusso
finanziario p
probabile. Ciò perché la valutazione di CU10 non tiene conto dell'incertezza del flusso finanziario nel valutare
l'attività. Al contrario, il flusso finanziario incerto è presentato come se fosse certo. Nessuna entità
razionale
venderebbe un'attività con queste caratteristiche per CU10.
Tasso di attualizzazione
A15 Qualsiasi approccio l'entità adotti per valutare il valore d'uso di un'attività, i tassi di interesse utilizzati per
attualizzare
i flussi finanziari non dovrebbero riflettere i rischi per cui i flussi finanziari stimati sono stati rettificati.
Altrimenti l'effetto
connesso ad alcune ipotesi sarebbe calcolato due volte.
A16
Se il tasso specifico di un'attività non è reperibile direttamente sul mercato, l'entità usa altre tecniche per stimarne
il
tasso di attualizzazione. La finalità è stimare, per quanto possibile, una valutazione di mercato:
a)
del valore temporale del denaro per gli esercizi che vanno sino alla fine della vita utile dell'attività; e
b)
dei fattori b), d) ed e) descritti nel paragrafo A1, nella misura in cui tali fattori non hanno causato rettifiche nel
calcolare i flussi finanziari stimati.
A17 Come punto di partenza per tale stima, l'entità potrebbe prendere in considerazione i seguenti tassi:
a)
il costo medio ponderato del capitale per l'entità determinato facendo uso di tecniche valutative quale il Capital
Asset Pricing Model;
b)
il tasso di finanziamento marginale dell'entità; e
c)
altri tassi di finanziamento reperibili sul mercato.
A18
Tuttavia, questi tassi devono essere rettificati:
a)
per riflettere il modo in cui il mercato valuterebbe i rischi specifici associati ai flussi finanziari stimati
dell'at
tività; e
b)
per escludere rischi che non sono per pertinenti ai flussi finanziari stimati dell'attività o per i quali i flussi
finanziari stimati sono stati rettificati.
In considerazione si dovrebbero tenere i rischi quali quelli legati al paese, alla valuta e al prezzo.
A19 Il tasso di attualizzazione è indipendente dalla struttura del capitale dell'entità e dal modo in cui l'entità ha finanziato
l'acquisto dell'attività poiché i flussi finanziari futuri che ci si attende deriveranno da un'attività non
dipendono dal
modo in cui l'entità ha finanziato l'acquisto dell'attività.
A20 Il paragrafo
55 dispone che il tasso di attualizzazione
utilizzato
sia al lordo delle imposte.
Quindi, quando il
criterio
utilizzato
per stimare
il tasso
di attualizzazione
è al netto degli effetti
fiscali,
esso è rettificato
per riflettere
un tasso al
lordo delle imposte.
A21 L'entità normalmente usa un unico tasso di attualizzazione per la stima del valore d'uso di un'attività. Tuttavia, l'entità
usa tassi di attualizzazione distinti per esercizi successivi differenti quando il valore d'uso riflette una differenza di
rischio per i diversi esercizi o condizioni differenti nella struttura dei tassi di interesse.
Appendice C
VERIFICA PER RIDUZIONE DI VALORE DI UNITÀ GENERATRICI DI FLUSSI FINANZIARI CON AVVIA- MENTO
E PARTECIPAZIONI DI MINORANZA
La presente appendice costituisce parte integrante del Principio.
C1 Conformemente all'IFRS 3 (rivisto nella sostanza nel 2008), l'acquirente valuta e rileva l'avviamento alla data di
acquisizione come l'eccedenza di (a) rispetto a (b):
a)
la sommatoria di:
i)
il corrispettivo trasferito valutato in conformità all'IFRS 3, che in genere richiede il fair value (valore equo)
alla
data di acquisizione;
ii)
l'importo di qualsiasi
partecipazione
di minoranza
nell'acquisita
valutato
in conformità
all'IFRS
3; e
iii)
in un'aggregazione aziendale realizzata in più fasi, il fair value (valore equo) alla data di acquisizione delle
interessenze nell'acquisita precedentemente possedute dall'acquirente.
b)
il valore netto degli importi, alla data di acquisizione, delle attività acquisite e delle passività assunte identificabili
valutate in conformità all'IFRS 3.
Allocazione dell'avviamento
C2 Il paragrafo 80 del presente Principio richiede che l'avviamento acquisito in una aggregazione aziendale deve essere allocato
a ogni unità generatrice
di flussi
finanziari
dell'acquirente,
o gruppi
di unità generatrici
di flussi finanziari,
che si prevede
beneficino delle sinergie della aggregazione, a prescindere dal fatto che altre attività o passivi dell'acquisita siano
assegnate a tali unità o gruppi di unità. È possibile che alcune sinergie risultanti da una aggregazione aziendale siano
allocate a un'unità generatrice di flussi finanziari in cui la minoranza non detiene
un'interessenza.
Verifica a fini di riduzione del valore
C3
La verifica a fini di riduzione del valore comporta il confronto del valore recuperabile di un'unità generatrice di
flussi
finanziari con il valore contabile dell'unità generatrice di flussi finanziari.
C4
Se l'entità valuta le partecipazioni di minoranza come una sua quota proporzionale nelle attività nette identificabili di
una controllata alla data di acquisizione, piuttosto che al fair value (valore equo), l'avviamento attribuibile alle
partecipazioni di minoranza è incluso nel valore
recuperabile
delle relative
unità
generatrice
di flussi finanziari
ma
non
è rilevato nel bilancio consolidato della controllante. Di conseguenza l'entità deve aggiungere al valore
contabile
dell'avviamento allocato all'unità l'avviamento attribuibile alla partecipazione di minoranza. Questo valore contabile
rettificato viene poi confrontato con
il valore
recuperabile
dell'uni
per determinare
se l'unità
generatrice
di flussi
finanziari ha subito una riduzione di valore.
Allocazione di una perdita per riduzione di valore
C5 Il paragrafo 104 dispone che le perdite per riduzione di valore identificate debbano essere prima attribuite a riduzione
del valore contabile dell'avviamento allocato all'unità e poi alle altre attività dell'unità in proporzione
al valore
contabile di ciascuna attività dell'unità.
C6 Se una controllata, o parte di una controllata, con una partecipazione di minoranza è
essa
stessa
un'uni
generatrice
di flussi finanziari,
la perdita
per riduzione
di valore
viene allocata
tra la controllante
e la partecipazione
di minoranza,
adottando gli stessi criteri di allocazione dell'utile o della perdita.
C7 Se una controllata, o parte di una controllata, con una partecipazione di minoranza è parte di una più grande unità
generatrice di flussi finanziari, le perdite per riduzione di valore dell'avviamento sono allocate alle parti dell'unità
generatrice di flussi finanziari che hanno una partecipazione
di minoranza e alle parti che non ce l'hanno. Le
perdite
per riduzione
di valore dovrebbero
essere allocate
alle parti dell'unità
generatrice
di flussi finanziari
sulla
base di:
a)
la misura in cui la riduzione di valore attiene all'avviamento nell'unità generatrice di flussi finanziari, i relativi
valori
contabili dell'avviamento delle parti prima della riduzione di valore; e
b)
la misura in cui la riduzione di valore attiene alle attività identificabili nell'unità generatrice di flussi finanziari, i relativi
valori contabili delle attività nette identificabili delle parti prima della riduzione di valore. Tali riduzioni di valore
sono allocate alle attività delle parti di ciascuna unità proporzionalmente al valore contabile di ciascuna
attività nella
parte.
Nelle parti che hanno una partecipazione di minoranza, la perdita per riduzione di valore è allocata tra la controllante
e la partecipazione di minoranza adottando gli stessi criteri di allocazione dell'utile o della perdita.
C8 Se una perdita per riduzione di valore attribuibile a una partecipazione di minoranza attiene all'avviamento non
rilevato
nel bilancio consolidato della controllante (si veda paragrafo
C4), tale riduzione di valore non viene rilevata come una perdita
per riduzione di valore dell'avviamento. In tali casi, solo la perdita per riduzione di valore relativa
all'avviamento attribuita
alla controllante è rilevata come una perdita per riduzione di valore dell'avviamento.
C9 L'esempio illustrativo n. 7 illustra la verifica per riduzione di valore di un'unità generatrice di flussi finanziari non
interamente posseduta che include l'avviamento.
SISTEMA IAS-IFRS
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SISTEMA I.B.I
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