PRINCIPIO CONTABILE INTERNAZIONALE N. 21
Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere
OBIETTIVO
1
L'entità psvolgere attività sull'estero in due modi. Essa può effettuare operazioni in valute estere o avere una gestione
estera. Inoltre, l'entità ppresentare il bilancio in una valuta estera. L'obiettivo del presente Principio è
definire una
modalità per rilevare le operazioni in valuta estera e le gestioni estere nel bilancio dell'entità e per
tradurre il
bilancio in una moneta di presentazione.
2
I problemi principali riguardano la scelta del/i tasso/i di cambio e come rilevare in bilancio gli effetti delle
variazioni
di tali tassi.
AMBITO DI APPLICAZIONE
3
Il presente Principio deve essere applicato
(
11
):
a)
nella contabilizzazione delle operazioni e dei saldi in valute estere, eccetto per le operazioni sui derivati e i
saldi
che rientrano nell'ambito di applicazione dell'IFRS 9 Strumenti finanziari;
b)
nella conversione
della situazione
patrimoniale-finanziaria
e del risultato economico
di gestioni estere
che
sono incluse nel bilancio dell'entità per mezzo del consolidamento o del metodo del patrimonio
netto; e
c)
nella conversione della situazione patrimoniale-finanziaria e del risultato economico dell'entità in una
moneta
di presentazione.
4
L'IFRS 9 si applica a diversi derivati in valuta estera e, di conseguenza, questi sono esclusi dall'ambito di
applicazione
del presente Principio. Tuttavia i derivati in valuta
estera
che
non
rientrano
nell'ambito
di applica-
zione dell'IFRS 9
(per esempio alcuni derivati in valuta estera che sono incorporati in altri contratti) rientrano
nell'ambito di
applicazione del presente Principio. Inoltre, il presente Principio si applica quando l'entità converte
importi relativi a
derivati dalla sua valuta funzionale alla sua moneta di presentazione.
5
Il presente Principio non si applica alla contabilizzazione delle operazioni di copertura per elementi in valuta
estera,
inclusa la copertura dell'investimento
netto in una gestione estera. L'IFRS 9 si applica alla contabilizzazione
delle
operazioni di copertura.
6
Il presente Principio si applica alla presentazione del bilancio dell'entità in una valuta estera e stabilisce le
disposizioni affinché il bilancio che ne deriva sia conforme agli International
Financial
Reporting
Standards
(IFRS).
Per
le conversioni di informazioni finanziarie in una valuta estera che non soddisfano tali disposizioni, il presente
Principio specifica l'informativa da indicare.
SISTEMA IAS-IFRS
[indice generale]
SISTEMA I.B.I
-INTERMEDIARI
- BILANCI
- IMPRESE & CONTROLLO
7
Il presente Principio non si applica alla presentazione nel rendiconto finanziario dei flussi finanziari derivanti da
operazioni in valuta estera o alla conversione dei flussi finanziari di una gestione estera (cfr. IAS 7
Rendiconto
finanziario).
DEFINIZIONI
8
I seguenti termini sono usati nel presente Principio con i significati indicati:
Il
tasso di chiusura
è il tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell'esercizio.
La
differenza di cambio
è la differenza che deriva
dalla conversione
di un determinato
numero
di unità
di una valuta
in
un'altra valuta a differenti tassi di cambio.
(1)
Si veda anche la SIC-7
Introduzione dell'euro.
Il tasso di cambio
è il rapporto di cambio tra due valute.
Il
fair value
(valore equo) è il prezzo che si percepirebbe per la vendita dell'attività ovvero che si pagherebbe per il
trasferimento della passività
in una regolare operazione
tra operatori
di mercato alla data di valutazione.
(Vedere
IFRS
13 Valutazione del fair value.)
La
valuta estera
è una valuta differente dalla valuta funzionale dell'entità.
La
gestione estera
è un'entità, quale una controllata, una collegata, degli accordi a controllo congiunto o una filiale
dell'entità
che redige il bilancio, le cui attività sono situate o sono gestite in un Paese o in una valuta differente da
quella
dell'entità che redige il bilancio.
La
valuta funzionale
è la valuta dell'ambiente economico prevalente in cui l'entità opera.
Il
gruppo è costituito dalla controllante e da tutte le sue controllate.
Gli
elementi monetari
sono unità di valuta possedute e attività e passività che devono essere incassate o pagate in un
numero di unità di valuta fisso o determinabile.
L'investimento netto in una gestione estera
è la quota di attivo netto di pertinenza dell'entità che redige il bilancio.
La moneta di presentazione
è la valuta in cui il bilancio viene presentato.
Il
tasso di cambio a pronti
è il tasso di cambio per consegna immediata.
Sviluppo delle definizioni
Valuta funzionale
9
L'ambiente economico primario in cui l'entità opera è normalmente quello in cui principalmente essa genera e
utilizza disponibilità liquide. L'enticonsidera i seguenti fattori nella determinazione della valuta funzionale:
a)
la valuta:
i)
che influisce principalmente sui prezzi di vendita di beni e servizi (questa spesso sa la valuta in cui i
prezzi di vendita dei beni e servizi sono espressi e regolati); e
ii)
del paese le cui forze competitive e la cui normativa determinano principalmente i prezzi di vendita di beni
e
servizi;
b)
la valuta che influenza principalmente il costo della manodopera, dei materiali e degli altri costi di fornitura di
beni o servizi (questa saspesso la valuta in cui tali costi sono espressi e regolati).
10
I seguenti fattori possono inoltre fornire evidenza della valuta funzionale dell'entità:
a)
la valuta in cui i fondi derivanti dalle attività di finanziamento (ossia emissione di un titolo di debito e
strumenti
rappresentativi di capitale) sono generati;
b)
la valuta in cui sono solitamente tenuti gli incassi dall'attività operativa.
11
I seguenti fattori aggiuntivi sono tenuti in considerazione nel determinare la valuta funzionale di una gestione estera,
così come la possibiliche la valuta funzionale sia la stessa dell'entiche redige il bilancio (in questo contesto
l'entità che redige il bilancio è l'entità che detiene la gestione estera come la sua controllata, filiale,
collegata o
accordi a controllo congiunto):
a)
se le attività di gestioni estere sono svolte come un'estensione dell'entiche redige il bilancio, piuttosto che con
un importante livello di autonomia. Un esempio del primo caso si ha quando la gestione estera vende soltanto beni
importati dall'entità che redige il bilancio e alla quale trasferisce i corrispettivi. Un esempio del
secondo caso si ha
quando la gestione accumula disponibilità liquide e altri elementi monetari, sostiene spese,
genera ricavi e negozia
finanziamenti, tutti sostanzialmente nella sua moneta locale;
b)
se le operazioni con l'entità che redige il bilancio sono una proporzione alta o bassa delle attività della gestione
estera;
c)
se i flussi finanziari derivanti dalle attività della gestione estera influiscono direttamente sui flussi finanziari
dell'entità
che redige il bilancio e sono immediatamente disponibili per essere trasferiti a quest'ultima;
d)
se i flussi finanziari derivanti dalle attività della gestione estera sono sufficienti per rispettare le obbligazioni di posizioni
debitorie in essere e normalmente
previste senza che l'entità che redige il bilancio renda disponibili
propri fondi.
12
Quando gli indicatori di cui sopra sono confusi e la valuta funzionale
non è evidente, la direzione aziendale utilizza il
proprio giudizio per determinare la valuta funzionale che più attendibilmente rappresenta gli effetti economici delle
operazioni, degli eventi e delle circostanze sottostanti. Come parte di questo approccio, la direzione aziendale
prioriagli indicatori primari del paragrafo 9 prima di considerare gli indicatori dei
paragrafi 10 e 11, che sono
designati per fornire ulteriori supporti per determinare la valuta funzionale dell'entità.
13
La valuta funzionale dell'entità
riflette
le operazioni,
eventi e circostanze
sottostanti
che sono per questa rilevanti.
Per
questi motivi, una volta determinata, la valuta funzionale non è modificata a meno che non vi sia un
cambiamento
in tali operazioni, eventi e circostanze sottostanti.
14
Se la valuta funzionale è la valuta di un'economia iperinflazionata, il bilancio dell'entità è rideterminato secondo
quanto previsto dallo IAS 29
Rendicontazione contabile in economie iperinflazionate
. L'entità non può evitare la
rideterminazione del valore secondo quanto
previsto
dallo
IAS 29, per esempio
adottando
come valuta
funzionale una
valuta differente dalla valuta funzionale determinata secondo quanto previsto dal presente Principio (come la
valuta
funzionale della controllante).
Investimento netto in una gestione estera
15
L'entità può avere un elemento monetario da incassare o da pagare nei confronti di una gestione estera. Un elemento
per il quale il regolamento non è pianificato né è probabile che si verifichi nel prevedibile futuro è, nella
sostanza, una
parte dell'investimento netto dell'entità in tale gestione estera, ed è contabilizzato secondo quanto
previsto dai paragrafi
32 e 33. Tali elementi monetari possono includere crediti o finanziamenti a lungo termine.
Questi elementi
escludono i crediti o debiti commerciali.
15A L'entiche ha un elemento monetario da incassare o da pagare nei confronti di una gestione
estera
come descritto
al paragrafo 15 può essere una controllata qualsiasi del gruppo. Per esempio, un'entità ha due con- trollate, A e B. La
controllata B è una gestione estera. La controllata A concede un finanziamento alla controllata
B. Il credito per finanziamento della controllata A nei confronti della controllata B è una parte dell'investimento netto
dell'entità nella controllata B se il regolamento di tale prestito non è pianificato né è probabile che si verifichi nel
prevedibile futuro. Quanto detto sarebbe valido anche se la controllata A fosse essa stessa una
gestione estera.
Elementi monetari
16
La caratteristica essenziale di un elemento monetario è un diritto a ricevere (o un'obbligazione a consegnare) un
numero
fisso o determinabile di unità di valuta. Alcuni esempi sono: pensioni e altri benefici per i dipendenti da pagarsi in
contanti; obbligazioni da regolare in contanti; passività dei leasing; inoltre, dividendi da regolare per cassa rilevati
come passività. Similmente, un contratto per ricevere (o consegnare) un numero variabile di strumenti
rappresentativi di capitale dell'entità o un ammontare variabile di attività in cui il fair value (valore equo) da ricevere
(o consegnare) è pari a un numero fisso o determinabile di unità di valuta, è un elemento
monetario. Viceversa, la
caratteristica essenziale di un elemento non monetario è l'assenza di un diritto a ricevere
(o un'obbligazione a
consegnare) un numero fisso o determinabile di unità di valuta. Alcuni esempi sono: anticipi
per acquisto di beni e
servizi; avviamento; attività immateriali; rimanenze; immobili, impianti e macchinari; attività
consistenti nel diritto di
utilizzo; e obbligazioni che devono essere regolate con la consegna di un'attività non
monetaria.
SINTESI DELL'APPROCCIO PREVISTO DAL PRESENTE PRINCIPIO
17
Nella preparazione del bilancio, ogni entità sia essa un'entità a stante, un'entità con gestioni estere (quale una
controllante) o una gestione estera (quale una controllata
o filiale) determina la sua valuta funzionale secondo quanto
previsto dai paragrafi da 9 a 14. L'entità converte gli elementi in valuta estera nella sua valuta funzionale e
presenta gli
effetti di tale conversione secondo quanto previsto dai paragrafi da 20 a 37 e 50.
18
Diverse entità che redigono il bilancio includono un numero di entità individuali (per esempio un gruppo è composto
da una controllante e una o più controllate). Diversi tipi di entità, facenti parte di un gruppo o meno, possono avere
investimenti in collegate o accordi a controllo congiunto. Queste entità possono anche avere filiali.
È necessario che
la situazione patrimoniale-finanziaria ed il risultato economico di ciascuna singola entità inclusa nell'entità che redige il
bilancio siano convertiti nella valuta in cui l'entità che redige il bilancio presenta il bilancio. Il presente Principio permette
che la moneta di presentazione dell'entità che redige il bilancio sia qualsiasi valuta (o valute). La situazione patrimoniale-
finanziaria e il risultato economico di qualsiasi singola
entità
all'interno
del-
l'entità che redige il bilancio, la cui valuta
funzionale differisce dalla moneta di presentazione, sono convertiti
secondo quanto previsto dai paragrafi da 38
a 50.
19
Il presente Principio
permette
di presentare
il bilancio
in qualsiasi
valuta (o valute) all'entità
a sé stante che prepara il
bilancio o all'entità che prepara il bilancio separato secondo quanto previsto dallo IAS 27
Bilancio separato
. Se la moneta di
presentazione dell'entità differisce dalla valuta funzionale, la sua situazione patrimoniale-finanziaria ed il
risultato
economico sono a loro volta convertiti nella moneta di presentazione secondo quanto previsto dai
paragrafi da 38
a 50.
PRESENTAZIONE NELLA
VALUTA
FUNZIONALE
DI
OPERAZIONI
IN
VALUTA
ESTERA
Rilevazione iniziale
20
Un'operazione in valuta
estera
è un'operazione
che è espressa,
o che deve
essere
regolata,
in valuta
estera,
incluse
le
operazioni che sorgono quando l'entità:
a)
compra o vende beni o servizi i cui prezzi sono espressi in valuta estera;
b)
prende a prestito o presta dei fondi e l'ammontare dovuto o da ricevere è espresso in valuta estera; o
c)
altrimenti acquista o dismette attività, o sostiene o estingue passivi espresse in valuta estera.
21
Un'operazione in valuta estera deve essere registrata, al momento della rilevazione iniziale nella valuta
funzionale, applicando all'importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la
valuta estera in vigore alla data dell'operazione.
22
La data dell'operazione è la data in cui l'operazione soddisfa per la prima volta le condizioni per la rilevazione
secondo gli IFRS. Per motivi pratici, viene spesso utilizzato un cambio che approssima il tasso effettivo alla data
dell'operazione quale, per esempio, il cambio medio settimanale o mensile per tutte le operazioni, in ciascuna
valuta
estera, avvenute nello stesso periodo. Tuttavia se il tasso di cambio fluttua significativamente, l'impiego
del
tasso medio
di periodo non è appropriato.
Esposizione in bilancio alle date di chiusura degli esercizi successivi
23
Alla data di chiusura di ciascun esercizio di riferimento:
a)
gli elementi monetari in valuta estera devono essere convertiti utilizzando il tasso di chiusura;
b)
gli elementi non monetari che sono valutati al costo storico in valuta estera devono essere convertiti
usando il tasso di cambio in essere alla data dell'operazione; e
c)
gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera devono essere convertiti
utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value era stato misurato.
24
Il valore contabile di una voce è determinato in accordo con gli altri Principi applicabili. Per esempio, immobili,
impianti e macchinari possono essere valutati in termini di fair value (valore equo) o di costo storico secondo
quanto
previsto dallo IAS 16
Immobili, impianti e macchinari
. Sia se il valore contabile
è determinato
sulla base del costo storico
sia se determinato sulla base del fair value (valore equo), se l'importo
è espresso
in una valuta
estera
esso è allora
convertito nella valuta funzionale, secondo quanto previsto dal presente Principio.
25
Il valore contabile di alcune voci è determinato dal confronto di due o più importi. Per esempio,
il
valore contabile
delle rimanenze è il minore tra il costo
e il
valore
netto
di realizzo,
secondo
quanto
previsto
dallo IAS 2
Rimanenze
.
Similmente, secondo quanto previsto dallo IAS 36
Riduzione di valore delle attivi
, il valore contabile di un'attività
per la quale vi è un'indicazione di riduzione di valore è il minore tra il valore contabile prima di considerare possibili
perdite per riduzione di valore e il suo valore recuperabile. Quando tale attività è un'attività non monetaria ed è
valutata in una valuta estera, il valore contabile è determinato dal confronto tra:
a)
costo o valore contabile, come applicabile, convertito al tasso di cambio alla data in cui il valore era stato
determinato (ossia il tasso alla data dell'operazione per un elemento valutato in termini di costo storico); e
b)
il valore netto di realizzo o valore recuperabile, come applicabile, convertito al tasso di cambio alla data in cui
tale valore era stato determinato (per esempio il tasso di chiusura alla data di chiusura dell'esercizio).
L'effetto di questo confronto può comportare che una perdita per riduzione di valore sia rilevata nella valuta
funzionale, ma non nella valuta estera, o viceversa.
26
Quando sono disponibili diversi tassi di cambio, il tasso utilizzato è quello al quale i flussi finanziari futuri
rappresentati dall'operazione o dal saldo residuo potrebbero essere stati regolati se tali flussi finanziari si fossero
verificati
alla data di valutazione. Se la possibilità di cambio tra due valute non è temporaneamente disponibile, si
utilizza il
primo tasso successivo al quale è possibile effettuare i cambi.
Rilevazione delle differenze di cambio
27
Come indicato nel paragrafo 3, lettera a) e nel paragrafo 5, l'IFRS 9 si applica alla contabilizzazione delle operazioni
di copertura per elementi in valuta estera. L'applicazione della contabilizzazione delle operazioni di
copertura richiede
che l'entità contabilizzi alcune differenze di cambio diversamente dalla contabilizzazione delle
differenze di cambio
disposta dal presente Principio. Per esempio, l'IFRS 9 dispone che le differenze di cambio su elementi monetari che
sono ammissibili come strumenti di copertura in una copertura dei flussi finanziari siano
rilevate inizialmente nelle
altre componenti di conto economico complessivo nella misura in cui tale copertura sia
effettiva.
28
Le differenze di cambio derivanti dall'estinzione di elementi monetari o dalla conversione di elementi
monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della rilevazione iniziale
durante l'esercizio o in bilanci precedenti, devono essere rilevate nell'utile (perdita) dell'esercizio in
cui
hanno
origine, a eccezione di quanto indicato nel paragrafo 32.
29
Quando elementi monetari derivano da un'operazione in valuta estera e c'è una variazione nel tasso di cambio tra la
data dell'operazione e la data del regolamento, ne deriva una differenza di cambio. Quando l'operazione è regolata
nello stesso periodo amministrativo nel quale essa è avvenuta, tutta la differenza di cambio è rilevata in
quell'esercizio. Tuttavia, quando l'operazione è regolata in un esercizio contabile successivo, la differenza di cambio
rilevata in ciascun periodo fino
alla data in cui avviene
il regolamento
è determinata
dalla
variazione
nei tassi di
cambio in ciascun periodo.
30
Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato nelle altre componenti di conto
economico complessivo, ogni componente di cambio di tale utile o perdita deve essere rilevato - nelle altre
componenti di conto economico complessivo. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non
monetario è rilevato nel prospetto di conto economico complessivo, ogni componente di
cambio di tale utile
o perdita deve essere rilevata nell'utile (perdita) d'esercizio.
31
Altri IFRS richiedono che alcuni utili e perdite siano rilevati nelle altre componenti di conto economico complessivo.
Per esempio, lo IAS 16 dispone che alcuni utili e perdite derivanti dalla rivalutazione degli immobili, impianti e
macchinari siano rilevati nelle altre componenti di conto economico complessivo. Quando tale attività viene valutata
in una valuta estera, il paragrafo 23, lettera c), del presente Principio dispone che l'importo rivalutato sia convertito
utilizzando il tasso alla data in cui il valore è determinato, dando origine a una differenza
di cambio che è anch'essa
rilevata nelle altre componenti di conto economico complessivo.
32
Le differenze di cambio derivanti da un elemento monetario che fa parte di un investimento netto in una
gestione estera dell'entità che redige il bilancio (cfr. paragrafo 15) devono essere rilevate nell'utile
(perdita)
d'esercizio del bilancio separato dell'entità che redige il bilancio o del bilancio individuale della
gestione estera,
a seconda del caso. Nel bilancio che include la gestione estera e l'entità che redige il
bilancio (per esempio il
bilancio consolidato quando la gestione estera è una controllata), tali differenze di
cambio devono essere rilevate
inizialmente nelle altre componenti di conto economico complessivo e
riclassificate dal patrimonio netto
all'utile (perdita) d'esercizio alla dismissione dell'investimento netto,
secondo quanto previsto dal paragrafo
48.
33
Quando un elemento monetario è parte dell'investimento netto in una gestione estera dell'entità che redige il bilancio
ed è espresso nella valuta funzionale dell'entità che redige il bilancio, si genera una differenza di cambio
nel bilancio
individuale della gestione estera secondo quanto previsto dal paragrafo
28. Se tale elemento è espresso nella valuta
funzionale della gestione estera, si genera una differenza di cambio nel bilancio separato dell'entità che
redige il bilancio
secondo quanto previsto dal paragrafo 28. Se tale elemento è espresso in una valuta differente dalla valuta funzionale
dell'entità che redige il bilancio o della gestione estera, si genera una differenza di cambio nel bilancio separato
dell'entità che redige il bilancio e nel bilancio individuale della gestione estera secondo quanto previsto dal paragrafo
28. Tali differenze di cambio sono rilevate tra le voci del prospetto delle altre componenti di conto economico
complessivo nel bilancio che include la gestione estera e l'entità che redige il bilancio (ossia il bilancio in cui la
gestione estera è consolidata o contabilizzata con il metodo del patrimonio
netto).
34
Quando l'entità
tiene i propri
libri e scritture
contabili
in una valuta
differente
dalla valuta
funzionale,
al momento
in
cui essa prepara il suo bilancio tutti gli importi sono convertiti nella valuta funzionale, secondo quanto previsto dai
paragrafi da 20 a 26. Ciò produce gli stessi importi nella valuta funzionale come se gli elementi fossero stati
inizialmente registrati nella valuta funzionale. Per esempio, gli elementi monetari sono convertiti nella valuta
funzionale utilizzando il tasso di chiusura, e gli elementi non monetari che sono valutati a costo storico sono
convertiti utilizzando il tasso di cambio alla data della loro rilevazione.
Variazione della
valuta
funzionale
35
Quando si verifica una variazione della valuta funzionale
dell'entità,
l'entità deve applicare le procedure di
conversione applicabili alla nuova valuta funzionale prospetticamente dalla data della variazione.
36
Come indicato nel paragrafo 13, la valuta funzionale dell'entità riflette le sottostanti operazioni, eventi e circo- stanze
che sono rilevanti per l'entità. Per questi motivi, una volta determinata la valuta funzionale, questa può essere
modificata soltanto se vi sia un cambiamento in quelle operazioni, eventi e circostanze sottostanti. Per esempio, una
variazione della valuta che ha principalmente un'influenza sui prezzi di vendita dei prodotti e dei
servizi può
portare a una variazione della valuta funzionale dell'entità.
37
L'effetto di una variazione della valuta funzionale è contabilizzato prospetticamente. In altre parole, l'entità converte
tutte le voci nella nuova valuta funzionale utilizzando il tasso di cambio alla data della variazione. Gli importi
convertiti che ne derivano per elementi non monetari sono trattati come il loro costo storico. Le differenze di cambio
derivanti dalla conversione di una gestione estera precedentemente rilevate nelle altre componenti di conto
economico complessivo secondo quanto previsto dai paragrafi 32 e 39(c), non sono riclassificate dal patrimonio
netto all'utile (perdita) d'esercizio fino alla dismissione della gestione.
UTILIZZO DI UNA MONETA DI PRESENTAZIONE DIVERSA DALLA VALUTA FUNZIONALE
Conversione in moneta di presentazione
38
L'entità può presentare il bilancio in qualsiasi valuta (o valute). Se la moneta di presentazione differisce dalla valuta
funzionale dell'entità, essa converte la situazione patrimoniale-finanziaria e il risultato economico nella moneta di
presentazione. Per esempio, quando un gruppo include entità individuali con diverse valute funzionali, la situa- zione
patrimoniale-finanziaria
e il risultato economico di ogni entità sono espressi in una valuta comune coche
il bilancio
consolidato possa essere presentato.
39
La situazione patrimoniale-finanziaria
ed il risultato economico dell'entità la cui valuta funzionale non è la
valuta di un'economia iperinflazionata devono essere convertiti in una diversa moneta di presenta-
zione
utilizzando le seguenti procedure:
a)
attività e passività di ogni prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria
presentato
(ossia inclusi i
dati
comparativi) devono essere convertite al tasso di chiusura alla data di tale prospetto della situa-
zione
patrimoniale-finanziaria;
b)
ricavi e costi per ogni prospetto dell'utile (perdita) d'esercizio e le altre componenti di conto econo
mico
complessivo (ossia inclusi i dati comparativi) devono essere convertiti
ai tassi di cambio alle date
delle
operazioni; e
c)
tutte le risultanti differenze di cambio devono essere rilevate nelle altre componenti di conto economico
complessivo.
40
Per convertire le voci di ricavo e di costo è spesso utilizzato,
per motivi pratici, un cambio che approssima
i cambi
alla data delle operazioni, quale, per esempio, un cambio medio di periodo. Tuttavia se il tasso di cambio
fluttua
significativamente, l'impiego del tasso medio di periodo non è appropriato.
41
Le differenze di cambio a cui si fa riferimento nel paragrafo 39, lettera c), derivano da:
a)
conversione dei ricavi e dei costi ai tassi di cambio in essere alla data delle operazioni, e delle attività e passività
al
tasso di chiusura.
b)
conversione dell'attivo netto di apertura al tasso di chiusura che differisce dal precedente tasso di chiusura.
Queste differenze di cambio non sono rilevate nell'utile (perdita) d'esercizio perché
le variazioni
dei tassi di cambio
non
hanno un effetto significativo o diretto sui flussi finanziari presenti e futuri delle gestioni. L'ammontare complessivo
delle differenze di cambio è presentato in una componente separata di patrimonio netto fino alla dismissione della
gestione estera. Quando le differenze di cambio si riferiscono a una gestione estera che è consolidata ma non
interamente controllata, le differenze di cambio accumulate derivanti dalla conversione e
attribuibili a partecipazioni
di minoranza sono allocate a, e rilevate come parte di, partecipazioni di minoranza nel
prospetto consolidato della
situazione patrimoniale-finanziaria.
42
La situazione patrimoniale-finanziaria ed il risultato economico dell'entila cui valuta funzionale è la valuta
di un'economia iperinflazionata devono essere convertiti in una moneta di presentazione diversa
utilizzando le seguenti procedure:
a)
tutti gli importi (ossia attività, passività, voci di patrimonio netto, ricavi e costi, inclusi i dati comparativi)
devono essere convertiti al tasso di chiusura alla data del prospetto della situazione patrimo
niale-
finanziaria più recente, eccetto
b)
quando gli importi sono convertiti nella valuta di un'economia non iperinflazionata, gli importi
comparativi devono essere quelli che sono presentati come importi dell'anno corrente nel bilancio
dell'anno precedente (ossia non rettificato per variazioni successive nel livello di prezzo o variazioni
successive nei tassi di cambio).
43
Quando la valuta funzionale dell'entità è la valuta di un'economia iperinflazionata, l'entità deve
rideterminare il bilancio secondo quanto previsto dallo IAS 29 prima di applicare il metodo di conversione
esposto nel paragrafo 42, a eccezione degli importi comparativi che sono convertiti in una valuta di
un'economia non-iperinflazionata (cfr. paragrafo 42, lettera b)). Quando l'economia cessa di essere
iperin
flazionata e l'entità non ridetermina più il bilancio secondo quanto previsto dallo IAS 29, essa deve
utilizzare come costi storici per la conversione nella moneta di presentazione gli importi rideterminati al
livello
di prezzo alla data in cui l'entità ha cessato di rideterminare il bilancio a fini inflattivi.
Conversione di una gestione estera
44
I paragrafi da 45 a 47, oltre ai paragrafi da 38 a 43, si applicano quando la situazione patrimoniale-finanziaria e il
risultato economico di una gestione estera sono convertiti in una moneta di presentazione così che la gestione estera
possa essere inclusa nel bilancio dell'entità che redige il bilancio con il consolidamento o il metodo del
patrimonio
netto.
45
L'aggregazione della situazione patrimoniale-finanziaria e del risultato economico di una gestione estera con quelli
dell'entità che redige il bilancio segue le normali procedure di consolidamento, quali l'eliminazione dei saldi
infragruppo e delle operazioni infragruppo di una controllata (vedere l'IFRS 10
Bilancio consolidato
). Tuttavia
un'attività
(o passività) monetaria infragruppo, se a breve
o
a lungo
termine,
non
può
essere
eliminata
con
una corrispondente
passività (o attività) infragruppo senza mostrare i risultati delle fluttuazioni della valuta
nel bilancio consolidato. Ciò
si
verifica
perché
l'elemento
monetario
rappresenta
un
impegno
a convertire
una
valuta
in un'altra ed espone l'entità
che redige il bilancio a un utile o a una perdita a causa delle fluttuazioni delle valute. Di conseguenza, nel bilancio
consolidato dell'entiche redige il bilancio, una tale differenza di cambio è rilevata
nell'utile (perdita) d'esercizio
ovvero, se essa deriva dalle situazioni descritte nel paragrafo
32, essa è rilevata nelle
altre componenti di conto economico
complessivo e accumulata in una componente separata di patrimonio netto
fino alla dismissione della gestione
estera.
46
Quando il bilancio di una gestione estera è redatto con riferimento ad una data diversa da quella dell'entità che
redige
il bilancio, la gestione
estera
spesso
prepara
un ulteriore
bilancio
con la stessa
data del bilancio
dell'entità
che redige
il bilancio. Quando ciò non si verifica, l'IFRS 10 permette l'utilizzo di una data differente, a condizione che la
differenza non sia superiore a tre mesi e che siano effettuate le rettifiche per gli effetti di eventuali importanti
operazioni o altri eventi che si verificano
tra le diverse
date.
In tale caso,
le attività
e le passività
della gestione
estera sono convertite
al tasso di cambio
in essere alla data di chiusura
dell'esercizio
di riferimento della gestione estera.
Le rettifiche vengono effettuate per variazioni significative nei tassi di cambio fino alla data di
chiusura dell'esercizio di
riferimento dell'entità che redige il bilancio secondo quanto previsto dallo IFRS 10. Lo
stesso approccio è utilizzato
nell'applicazione del metodo del patrimonio netto alle collegate e alle joint venture in
conformità allo IAS 28 (come
modificato nel 2011).
47
Qualsiasi avviamento derivante dall'acquisizione di una gestione estera e qualsiasi rettifica al
fair
value (valore
equo) dei valori contabili di attività e passività derivante dall'acquisizione di quella gestione estera devono essere
contabilizzati come attività e passività della gestione
estera. Quindi devono
essere espressi
nella valuta
funzionale della gestione estera ed essere convertiti al tasso di chiusura secondo quanto
previsto dai
paragrafi 39 e 42.
Dismissione o dismissione parziale di una gestione estera
48
Alla dismissione di una gestione estera, l'importo complessivo delle differenze di cambio relativo a tale gestione
estera,
rilevato
nelle
altre
componenti
di conto
economico
e accumulato
complessivo
in una componente
separata di
patrimonio netto, deve essere riclassificato dal patrimonio netto all'utile (perdita) d'esercizio (come rettifica da
riclassificazione) quando si rileva l'utile o la perdita relativo alla dismissione (vedere IAS 1
Presentazione del bilancio
(rivisto nella sostanza nel 2007)).
48A Oltre alla dismissione dell'interessenza totale dell'entità in una gestione estera, anche le seguenti dismissioni
parziali sono contabilizzate come dismissioni:
a)
se la dismissione parziale riguarda la perdita del controllo di una controllata che comprende una gestione
estera,
indipendentemente
dal fatto che l'entità trattenga una partecipazione
di minoranza nella ex controllata
dopo la
dismissione parziale; e
b)
se l'interessenza residua trattenuta dopo la dismissione parziale di un'interessenza in un accordo a controllo congiunto
o una dismissione
parziale
di un'interessenza
in una collegata
che comprende
una gestione
estera è
una attività
finanziaria che comprende una gestione estera.
48B In caso di dismissione di una controllata comprendente una gestione estera, l'importo cumulativo delle differenze di
cambio relative a quella gestione estera attribuite alle partecipazioni di minoranza deve essere eliminato
contabilmente, ma non deve essere riclassificato nell'utile (perdita) d'esercizio.
48C In caso di dismissione parziale di una controllata comprendente una gestione estera, l'entità deve riattribuire
la quota proporzionale dell'importo cumulativo delle differenze di cambio rilevate nelle altre componenti di
conto economico complessivo alle partecipazioni di minoranza presenti in quella gestione
estera. Per quanto
riguarda tutte le altre dismissioni parziali di una gestione estera, l'entità
deve
riclassificare nell'utile (perdita)
d'esercizio la quota proporzionale dell'importo cumulativo delle differenze di
cambio rilevate nelle altre
componenti di conto economico complessivo.
48D Per dismissione parziale della partecipazione dell'entità in una gestione estera si intende qualsiasi riduzione della
partecipazione di una entità in una gestione estera, ad eccezione delle riduzioni di cui al paragrafo 48A che
vengono
contabilizzate come dismissioni.
49
L'enti p dismettere totalmente o parzialmente la sua partecipazione in una gestione estera vendendola,
liquidandola, ottenendo
il rimborso
del capitale o rinunciando
a essa in toto o in parte. La svalutazione
del valore
contabile di una gestione estera in virtù di perdite proprie o di una riduzione di valore rilevata dall'inve
stitore non
costituisce una parziale dismissione. Di conseguenza nessuna parte dell'utile o della perdita su cambi rilevata nelle altre
componenti
di conto economico
complessivo
viene riclassificata
nel nell'utile
(perdita) d'eser
cizio al momento della
svalutazione.
EFFETTI FISCALI DI TUTTE LE DIFFERENZE DI CAMBIO
50
Utili e perdite su operazioni in valuta estera e differenze di cambio derivanti dalla conversione della situazione
patrimoniale-finanziaria e del risultato economico dell'entità (inclusa una gestione estera) in una valuta diversa
possono
avere effetti fiscali. Lo IAS 12 Imposte sul reddito si applica a questi effetti fiscali.
INFORMAZIONI INTEGRATIVE
51
Nei paragrafi 53 e da 55 a 57 i riferimenti a
"
valuta funzionale
"
si applicano, nel caso di un gruppo, alla valuta
funzionale della controllante.
52
L'entità deve indicare:
a)
l'importo delle differenze di cambio rilevate nell'utile (perdita) d'esercizio eccetto quelle derivanti
dagli
strumenti finanziari valutati al fair value (valore equo) rilevato nell'utile (perdita)
d'esercizio
secondo
quanto previsto dall'IFRS 9; e
b)
le differenze di cambio nette rilevate nelle altre componenti di conto economico complessivo e
accumulate
in una componente
separata di patrimonio netto e una riconciliazione
dell'importo
di
tali
differenze di cambio tra l'inizio e la fine dell'esercizio.
53
Quando la moneta di presentazione è differente dalla valuta funzionale, tale fatto deve essere indicato,
insieme alle informazioni sulla valuta funzionale e sulla ragione per l'utilizzo di una moneta di
presen
tazione differente.
54
Quando si verifica un cambiamento nella valuta funzionale dell'entità che redige il bilancio o di una
importante gestione estera, tale fatto e la motivazione del cambiamento nella valuta funzionale devono
essere indicati.
55
Quando l'entità presenta il bilancio in una valuta che è differente dalla valuta funzionale, deve presentare
il
bilancio come conforme agli IFRS soltanto se questi sono conformi a tutte le disposizioni degli IFRS,
incluso
il metodo di conversione esposto nei paragrafi 39 e 42.
56
L'entia volte presenta il bilancio o altra informazione finanziaria in una valuta che non è la
sua
valuta
funzionale
senza soddisfare le disposizioni del paragrafo 55. Per esempio, l'entità pconvertire in un'altra valuta
soltanto alcune
voci del bilancio. Oppure l'entità la cui valuta funzionale non è la valuta di un'economia iperinflazionata può
convertire il bilancio in un'altra valuta convertendo tutte le voci al tasso di chiusura più recente.
Tali conversioni
non sono conformi agli IFRS e l'informativa esposta nel paragrafo 57 è richiesta.
57
Quando l'entità espone il bilancio o altra informazione finanziaria in una valuta che è differente dalla
valuta
funzionale o dalla moneta di presentazione
e le disposizioni del paragrafo 55 non sono soddisfatte,
deve:
a)
identificare chiaramente l'informazione come informativa supplementare per distinguerla dalle
infor
mazioni che sono conformi agli IFRS;
b)
indicare la moneta in cui l'informativa supplementare è esposta; e
c)
indicare la valuta funzionale
dell'entità
e il metodo di conversione utilizzato per determinare
l'infor
mativa supplementare.
DATA DI ENTRATA IN VIGORE E DISPOSIZIONI TRANSITORIE
58
L'entideve applicare il presente Principio ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
gennaio 2005 o in data
successiva. È incoraggiata l'applicazione anticipata.
Se l'entità applica il presente Principio per un esercizio che ha
inizio
prima del 1o gennaio 2005, tale fatto deve essere indicato.
58A
"
Investimento netto in una gestione estera
"
(Modifica allo IAS 21), pubblicato nel dicembre del 2005, ha aggiunto il
paragrafo
15A e ha modificato il paragrafo 33. L'entità deve applicare tali modifiche ai bilanci degli esercizi che
hanno inizio il
1o gennaio 2006 o in data successiva. È incoraggiata l'applicazione anticipata.
59
L'entità deve applicare il paragrafo 47 prospetticamente a tutte le acquisizioni che si verificano dopo l'inizio del
periodo contabile in cui il presente Principio viene applicato per la prima volta. È permessa l'applicazione
retroattiva
del paragrafo 47 ad acquisizioni antecedenti. Per un'acquisizione di una gestione estera contabilizzata
prospetticamente,
ma verificata prima della data in cui il presente Principio è stato applicato per la prima volta, l'entità non deve
riesporre gli anni precedenti e di conseguenza, può, quando appropriato, contabilizzare le rettifiche dell'avviamento
e del fair value (valore equo) derivanti da tale acquisizione come attività e passività
dell'entità piuttosto che come
attività e passività della gestione estera. Quindi, tali rettifiche di avviamento
e di fair
value (valore equo) o sono già
espresse nella valuta funzionale dell'entità ovvero sono elementi non monetari in
valuta estera, che sono riportati
utilizzando il tasso di cambio alla data dell'acquisizione.
60
Tutte le altre variazioni derivanti dall'applicazione del presente Principio devono
essere
contabilizzate
secondo quanto
previsto dalle disposizioni dello IAS 8
Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori
.
60A Lo IAS 1 (rivisto nella sostanza nel 2007) ha modificato la terminologia utilizzata in tutti gli IFRS. Ha inoltre modificato
i paragrafi 27, 30-33, 37, 39, 41, 45, 48 e 52. L'entità deve applicare tali modifiche ai bilanci degli esercizi che hanno
inizio il 1
o
gennaio 2009 o in data successiva. Se l'entità applica lo IAS 1 (rivisto nella sostanza
nel 2007) a partire da
un esercizio precedente, tali modifiche devono essere applicate a partire da quell'esercizio
precedente.
60B Lo IAS 27 (come
modificato
nel 2008) ha aggiunto
i paragrafi
48A-48D
e modificato
il paragrafo
49. L'entità deve
applicare tali modifiche prospetticamente ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
luglio 2009 o in data
successiva. Se l'entità applica lo IAS 27 (modificato nel 2008) a partire da un esercizio precedente, tali modifiche
devono essere applicate a partire da quell'esercizio precedente.
60C
[Eliminato]
60D Il paragrafo 60B è stato modificato da
Miglioramenti agli IFRS
pubblicato nel maggio 2010. L'entità deve applicare
tale
modifica ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1o luglio 2010 o in data successiva. È consentita l'applicazione
anticipata.
60E
[Eliminato]
60F L'IFRS 10 e l'IFRS 11
Accordi a controllo congiunto
, pubblicato a maggio 2011, hanno modificato i paragrafi 3(b), 8,
11,
18, 19, 33, 4446 e 48A. L'entità deve applicare tali modifiche quando applica l'IFRS 10 e l'IFRS 11.
60G
L'IFRS 13, pubblicato
nel maggio 2011, ha modificato
la definizione di fair value (valore equo) del paragrafo
8 e
ha
modificato il paragrafo 23. L'entità deve applicare tali modifiche quando applica l'IFRS 13.
60H
Esposizione nel bilancio delle voci incluse nelle altre componenti di conto economico complessivo
(Modifiche allo IAS 1),
pubblicato nel giugno 2011, ha modificato il paragrafo 39. L'entità deve applicare tale modifica quando applica lo
IAS
1 come modificato nel giugno 2011.
60I [Eliminato]
60J L'IFRS 9, nella versione pubblicata nel luglio 2014, ha modificato i paragrafi 3, 4, 5, 27 e 52 e ha eliminato i
paragrafi 60C, 60E e 60I. L'entità deve applicare tali modifiche quando applica l'IFRS 9.
60K L'IFRS 16
Leasing
, pubblicato nel gennaio 2016, ha modificato il paragrafo 16. L'entità deve
applicare
tale
modifica
quando applica l'IFRS 16.
RITIRO DI ALTRI PRONUNCIAMENTI
61
Il presente Principio sostituisce lo IAS 21
Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere
(rivisto nella sostanza nel
1993).
62
Il presente Principio sostituisce le seguenti Interpretazioni:
a)
SIC-11
Valute estere Capitalizzazione delle perdite derivanti da drastiche svalutazioni della valuta
;
b)
SIC-19
Moneta di conto Valutazione e presentazione dei bilanci secondo quanto disposto dallo IAS 21 e dallo IAS
29
; e
c)
SIC-30
Moneta di conto Conversione dalla moneta di valutazione alla moneta di presentazione
.
SISTEMA IAS-IFRS
[indice generale]
SISTEMA I.B.I
- INTERMEDIARI
- BILANCI
- IMPRESE & CONTROLLO