INTERPRETAZIONE IFRIC 17
Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide
RIFERIMENTI
IFRS 3
Aggregazioni aziendali
(rivisto nella sostanza nel 2008)
IFRS 5
Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate
IFRS 7
Strumenti
finanziari:
Informazioni
integrative
IFRS 10
Bilancio consolidato
IFRS 13
Valutazione del fair value
IAS 1
Presentazione del bilancio
(rivisto nella sostanza nel 2007)
IAS 10
Fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell'esercizio di riferimento
PREMESSA
1
Talvolta l'entità distribuisce come dividendi attività diverse dalle disponibilità liquide (attività non rappresentate da
disponibilità liquide) ai propri soci (
66
) nella loro capacità di azionisti. In tali circostanze, una entità panche offrire ai
propri soci la possibilità di ricevere attività non rappresentate da disponibilità liquide in alternativa ai
contanti. L'IFRIC
ha ricevuto delle richieste di fornire indicazioni su come una entità dovrebbe trattare conta
bilmente tali
distribuzioni.
2
Gli International Financial Reporting Standard (IFRS) non contengono una guida su come una entità deve
valutare
le distribuzioni ai propri
soci (tali distribuzioni
sono comunemente
definite
dividendi).
Lo IAS 1 richiede che una entità
debba esporre nel bilancio i dettagli dei dividendi rilevati
come
distribuzioni
ai soci nel prospetto
delle variazioni di
patrimonio netto o nelle note al bilancio.
AMBITO DI APPLICAZIONE
3
La presente Interpretazione si applica ai seguenti tipi di distribuzioni unilaterali di attività da parte di una entità
ai
propri soci nella loro capacità di azionisti:
a)
distribuzioni di attività
non rappresentate
da disponibilità
liquide
(per esempio,
elementi
di immobili,
impianti e
macchinari, attività aziendali come definite nell'IFRS 3, interessenze partecipative in altra entità o gruppi in
dismissione secondo la definizione di cui all'IFRS 5); e
SISTEMA IAS-IFRS
[indice generale]
SISTEMA I.B.I
-INTERMEDIARI
- BILANCI
- IMPRESE & CONTROLLO
b)
distribuzioni che offrono ai soci la possibilità di ricevere attività non rappresentate da disponibilità liquide in
alternativa ai contanti.
4
La presente Interpretazione si applica soltanto a quelle distribuzioni in cui tutti i soci di una stessa classe di
strumenti rappresentativi di capitale sono trattati allo stesso modo.
5
La presente Interpretazione non si applica a una distribuzione di un'attività
non rappresentata
da disponibilità
liquide
che è in definitiva controllata dalla stessa parte o dalle stesse parti prima e dopo la distribuzione. Tale esclusione si
applica al bilancio separato, al bilancio individuale e al bilancio consolidato di una entità che
effettua la
distribuzione.
(1)
Il paragrafo 7 dello IAS 1 definisce i soci come possessori di strumenti classificati come patrimonio netto.
6
In conformi al paragrafo 5, la presente Interpretazione non si applica quando una attività non rappresentata da
disponibilità liquide è in definitiva
controllata
dalle
stesse
parti
sia
prima,
sia dopo
la distribuzione.
Il paragrafo
B2
dell'IFRS 3 stabilisce che
"
un gruppo di soggetti deve essere considerato esercitante il controllo sull'entità quando,
ai sensi di accordi contrattuali, ha il potere di determinarne le politiche finanziarie e gestionali al fine di
ottenere
benefici dalle attività dell'entità
"
. Pertanto, affinché una distribuzione non rientri nell'ambito di
appli
cazione della
presente Interpretazione in base al principio secondo cui le stesse parti controllano l'attività sia prima, sia dopo la
distribuzione, un gruppo di azionisti che singolarmente ricevono la distribuzione deve avere, come risultato di
accordi contrattuali, tale potere effettivo collettivo sulla entità che effettua la distribuzione.
7
In conformità al paragrafo 5, la presente Interpretazione
non si applica
quando
una entità distribuisce
una parte
delle
proprie interessenze partecipative in una controllata, ma conserva il controllo della stessa. L'entità che effettua una
distribuzione che comporta la rilevazione di una partecipazione di minoranza nella propria con-
trollata
contabilizza la distribuzione in conformità all'IFRS 10.
8
La presente Interpretazione tratta soltanto
la contabilizzazione
da parte
di una entità
che effettua
una distribu
zione di
attività non rappresentate da disponibilità liquide. Non riguarda pertanto il trattamento contabile
adottato dagli
azionisti che ricevono tale distribuzione.
PROBLEMI
9
Quando una entità dichiara una distribuzione e ha pertanto una obbligazione di distribuire le attività ai propri soci,
deve rilevare una passività relativa al dividendo pagabile. Di conseguenza, la presente Interpretazione
affronta le
seguenti questioni:
a)
quando va rilevato il dividendo pagabile da parte della entità?
b)
in quale modo l'entità deve valutare il dividendo pagabile?
c)
nel momento in cui una entità procede al regolamento del dividendo pagabile, in quale modo deve contabilizzare
le differenze tra il valore contabile delle attività distribuite e il valore contabile del dividendo
pagabile?
INTERPRETAZIONE
Quando rilevare un dividendo pagabile
10
La passività relativa al dividendo da pagare deve essere rilevata quando il dividendo è adeguatamente autorizzato
e
non è più a discrezione della entità, ossia alla data:
a)
in cui la delibera di distribuzione
del dividendo,
per
esempio
da parte
della
direzione
aziendale
o del consiglio di
amministrazione, è approvata dall'autorità competente, per esempio gli azionisti, se l'ordinamento giuridico
richiede
tale approvazione; oppure
b)
in cui il dividendo è deliberato, per esempio da parte della direzione aziendale o del consiglio di
ammini
strazione, se l'ordinamento giuridico non richiede un'ulteriore approvazione.
Valutazione di un dividendo pagabile
11
Una entità deve valutare una passività relativa alla distribuzione di attività non
rappresentate
da
disponibilità
liquide
come dividendo per i propri soci al fair value (valore equo) dell'attività da distribuire.
12
Se una enticoncede ai propri soci la facoltà di ricevere o attività non rappresentate da disponibilità liquide o
contanti,
l'entità deve stimare
il dividendo
pagabile
considerando
il fair value (valore
equo) di ciascuna
opzione
e
la
relativa probabilità che i soci scelgano l'una o l'altra opzione.
13
Alla data di chiusura di ciascun esercizio e alla data di regolamento, l'entità deve rivedere e rettificare il valore
contabile del dividendo pagabile, e ciascuna variazione del valore contabile del dividendo pagabile deve essere
rilevata
nel patrimonio netto come una rettifica dell'ammontare della distribuzione.
Contabilizzazione delle differenze tra il valore contabile delle attività distribuite e il valore contabile del
dividendo pagabile nel momento in cui una entità procede al regolamento del dividendo pagabile
14
Nel momento in cui una entità procede al regolamento del dividendo pagabile, deve rilevare nell'utile (perdita) d'esercizio
l'eventuale differenza tra il valore contabile delle attività distribuite e il valore contabile del dividendo
pagabile.
Esposizione nel bilancio e informazioni integrative
15
L'entità deve esporre le differenze descritte nel paragrafo 14 in una voce separata dell'utile (perdita) d'esercizio.
16
L'entità deve fornire le seguenti informazioni, se applicabili:
a)
il valore contabile del dividendo pagabile all'inizio e alla fine dell'esercizio; e
b)
l'incremento o il decremento del valore contabile rilevato nell'esercizio in conformità al paragrafo 13 a
seguito
di una variazione del fair value (valore equo) delle attività da distribuire.
17
Se, dopo la data di chiusura dell'esercizio ma prima della data di autorizzazione della pubblicazione del bilancio,
l'entità dichiara un dividendo da distribuire in attività non rappresentate da disponibilità liquide, essa deve
indicare:
a)
la natura dell'attività da distribuire;
b)
il valore contabile dell'attività da distribuire alla data di chiusura dell'esercizio; e
c)
il fair value dell'attività da distribuire alla data di chiusura dell'esercizio, se diverso dal valore contabile, e le
informazioni in merito al metodo utilizzato
per valutare
il fair value richieste
dai paragrafi
93(b), (d), (g) e (i) e
99
dell'IFRS 13.
DATA DI ENTRATA IN VIGORE
18
L'entità deve applicare la presente Interpretazione prospetticamente ai bilanci degli esercizi che hanno inizio il 1
o
luglio
2009 o in data successiva. Non è consentita l'applicazione retroattiva. È consentita l'applicazione anticipata. Se
l'entità applica la presente Interpretazione per un esercizio che ha inizio prima del 1
o
luglio 2009, tale fatto deve
essere indicato e l'entità deve applicare anche l'IFRS 3 (rivisto nella sostanza nel 2008), lo IAS 27
(come modificato
nel maggio 2008) e l'IFRS 5 (come modificato dalla presente Interpretazione).
19
L'IFRS 10, pubblicato nel maggio 2011, ha modificato il paragrafo 7. L'entità deve applicare tale
modifica
quando
applica l'IFRS 10.
20
L'IFRS 13, pubblicato nel maggio 2011, ha modificato il paragrafo 17. L'entità deve applicare tale modifica
quando
applica l'IFRS 13.
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